Vulnerabilità sociale ai cambiamenti climatici: le città europee si preparano ad affrontarla

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In Europa, alla luce delle crescenti diseguaglianze socio-economiche nelle aree urbane, si rendono sempre più necessarie strategie di adattamento che siano anche socialmente giuste. Le disuguaglianze e le ingiustizie sociali possono infatti essere ulteriormente aggravate dai cambiamenti climatici e, viceversa, povertà e disagio sociale possono potenzialmente aumentare la vulnerabilità ai cambiamenti climatici.
I gruppi vulnerabili comprendono tipicamente persone anziane o ammalate, bambini e persone con un basso tenore socio-economico o che vivono in aree degradate o di scarsa qualità ambientale. Le città dovrebbero pertanto garantire che le esigenze di tali gruppi vulnerabili siano debitamente prese in considerazione nell’intero processo di adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano, per evitare un peggioramento delle esistenti disparità e il potenziale insorgerne di nuove. Affrontare questa sfida significa rafforzare la capacità delle città di riconoscere e mappare i gruppi vulnerabili, comprendere e far fronte ai loro bisogni e coinvolgerli nella pianificazione dell’adattamento.

Un recente rapporto pubblicato dallo European Topic Centre on Climate Change impacts, vulnerability and Adaptation (ETC/CCA), “Social vulnerability to climate change in European cities – state of play in policy and practice (tra gli autori, la ricercatrice CMCC Margaretha Breil, della Divisione ECIP – Economic analysis of Climate Impacts and Policy), approfondisce il tema della vulnerabilità sociale ai cambiamenti climatici per fare il punto su quello che si sta facendo in Europa per affrontare la problematica. Il rapporto passa in rassegna i concetti di vulnerabilità sociale e di adattamento socialmente equo, indaga come queste tematiche siano incluse nei documenti di orientamento e nei metodi di valutazione, prende in esame numerosi casi studio da undici città Europee che cercano di valutare la vulnerabilità e di includere il concetto di equità nella pianificazione delle strategie di adattamento, traendo anche spunti di riflessione da un seminario di esperti organizzato ad hoc.

Attualmente molti dei documenti di indirizzo sull’adattamento urbano a disposizione dei pianificatori accennano alla necessità di rendere le politiche di adattamento socialmente più eque, anche se il loro livello di dettaglio negli approcci presentati varia considerevolmente.
Manca fino ad oggi però una “best practice” metodologica per la valutazione e la mappatura della vulnerabilità sociale legata a fenomeni ed eventi climatici e la realizzazione di politiche di adattamento eque. Un certo numero di esempi da città Europee mostra comunque che l’esperienza in questo campo sta aumentando, e presenta modi pratici per valutare la vulnerabilità sociale ai cambiamenti climatici e identificare quelle opzioni che consentono delle risposte di adattamento socialmente più eque, come nei casi studio di Košice e Trnava, in Slovacchia, e di Liverpool, in Gran Bretagna.
Gli spunti forniti dal rapporto contribuiranno alla discussione sulla necessità di modificare le politiche di adattamento urbano in modo da poter riconoscere e ridurre le diseguaglianze sociali e le ingiustizie legate ai cambiamenti climatici e creare soluzioni di adattamento più eque. Le conclusioni del rapporto ETC/CCA mirano a ispirare e indirizzare la pianificazione dell’adattamento delle città Europee, e anche a contribuire al processo in corso di valutazione della Strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici da parte della Commissione Europea (DG CLIMA).

Per maggiori informazioni, leggi la versione integrale del rapporto.

Il sito ufficiale di ETC/CCA.

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