Prevedere per prevenire

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Quali sono e come vengono prodotte le informazioni indispensabili per essere “weather smart” e “climate ready”? Nella Giornata Mondiale della Meteorologia, Silvio Gualdi spiega che differenza c’è tra previsioni meteo e climatiche, e perché sono importanti per le nostre società, presenti e future

Strumenti e strategie per fronteggiare le conseguenze degli eventi meteorologici e del riscaldamento globale sono una priorità in un mondo in cui gli equilibri del clima sono sempre più alterati. Nella Giornata Mondiale della Meteorologia 2018, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (World Meteorological Organization, WMO) sceglie il tema “Weather-ready, Climate-smart” per puntare l’attenzione su una situazione sempre più critica e sulla necessità di sviluppare capacità di preparazione e risposta adeguate.

Le concentrazioni di anidride carbonica in atmosfera hanno superato permanentemente i 400 ppm, il livello più alto in tre milioni di anni. L’ultima relazione del WMO (State of Climate in 2017) conferma la costante tendenza all’aumento della temperatura media globale, che nel 2017 è stata di 1.1°C al di sopra dei livelli preindustriali. L’anno scorso è anche stato l’anno più caldo di sempre, escludendo l’influenza di El Niño. Parallelamente, si osservano impatti crescenti dei fenomeni meteorologici sulle economie e sulle popolazioni. Nel 2017 la stagione degli uragani nei Caraibi ha causato danni per 215 miliardi di dollari, il costo più alto finora registrato. Secondo i recenti dati elaborati dalla European Environment Agency (presentati da Sergio Castellari nel webinar “Adapting to climate change in Europe: linking knowledge, policies and practices”, organizzato dalla Fondazione CMCC e dalla Società italiana per le Scienze del Clima, SISC), i disastri naturali causati da eventi meteorologici e climatici tra il 1980 e il 2016 hanno rappresentato circa l’83% delle perdite monetarie negli Stati membri dell’UE, per un totale di 410 miliardi di euro.

La crescita della popolazione e della ricchezza economica, l’urbanizzazione in aree a rischio e il degrado degli ecosistemi naturali contribuiscono ad aumentare l’esposizione e la vulnerabilità delle società a fenomeni meteorologici e climatici come cicloni, forti piogge, ondate di calore, siccità.

Lo strumento primario per pianificare e mettere in atto strategie adeguate di prevenzione e riduzione dei danni sono le informazioni, per prevedere in modo più accurato possibile le condizioni meteorologiche e climatiche nel breve, medio e lungo termine. Informazioni diverse elaborate grazie a strumenti molto simili, come spiega Silvio Gualdi, Direttore della Divisione “Climate Simulation and Prediction” (CSP) del CMCC.

“Le previsioni del tempo sono molto vicine ad essere delle previsioni deterministiche, nel senso che il loro obiettivo è quello di stabilire, in modo quanto più possibile esatto, che tempo meteorologico ci sarà in un certo luogo e in un determinato momento. Questo lo si può fare solo entro un certo limite di giorni, teoricamente una decina ma nella realtà, spesso, anche meno. Col risultato che oltre questo limite la previsione diventa sempre meno affidabile. Nelle previsioni climatiche invece l’obiettivo è di stabilire la probabilità che si verifichino certe condizioni in un determinato periodo di tempo, per esempio la probabilità che la prossima estate sarà più o meno calda del normale, più secca o più piovosa. Mentre l’accuratezza delle previsioni meteo si può valutare direttamente in base alle osservazioni di ciò che accade, nelle previsioni stagionali si può valutare l’affidabilità del sistema di dare delle probabilità che sono consistenti con le osservazioni solo esaminando una (ragionevolmente lunga) serie storica di previsioni fatte nel passato”.

Gli strumenti per ottenere le previsioni meteo e le previsioni climatiche stagionali sono modelli numerici molto simili, adoperati in modo diverso a seconda delle esigenze, con l’ausilio di potenti centri di supercalcolo come quello del CMCC a Lecce o dell’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF), la cui nuove sede verrà ospitata a Bologna a partire dal 2019.

“I modelli che si usano per fare le previsioni meteo sono parenti stretti, dei fratelli, dei modelli che si usano per fare le previsioni climatiche” spiega Gualdi. “Sempre di più ormai c’è la tendenza da parte dei grandi centri di implementare quelli che vengono chiamati sistemi seamless, “senza cuciture”, che sono un continuo nella loro struttura e nella loro definizione, e che vengono usati con approcci ormai molto simili per fare le previsioni meteo e quelle climatiche”.

Le informazioni prodotte sono la base dei servizi climatici indispensabili a istituzioni pubbliche e aziende per fronteggiare rischi meteorologici e ridurre l’esposizione agli impatti climatici a medio e lungo termine. Come le attività di previsione stagionale sviluppate dal CMCC per aziende di diversi settori. “Ad esempio, per un’azienda dell’agroalimentare facciamo previsioni stagionali per prevedere la probabilità che in certe aree della Turchia, dove si concentra la maggiore produzione di nocciole al mondo, si verifichino condizioni ambientali, in particolare di temperatura, o problemi di siccità, che possono rappresentare un rischio per la coltura del nocciolo” racconta Gualdi. “Oppure, per un’azienda che produce energia idroelettrica, forniamo un servizio di previsione stagionale mirato a valutare le probabilità che vi siano anomalie di precipitazione nelle aree dove si trovano i bacini. Questo permette di pianificare la gestione, per esempio rilasciando acqua quando le previsioni indicano una stagione molto piovosa o trattenendone il più possibile nei reservoir idrici per prepararsi a condizioni di siccità”.

Questo tipo di informazioni sono utili anche alle attività di protezione civile, che grazie ai sistemi di allerta sono in grado di fronteggiare meglio situazioni che possono diventare critiche. Nel suo appello per la Giornata Mondiale della Meteorologia, il Segretario Generale del WMO sottolinea che per i governi investire nello sviluppo e nel potenziamento di servizi meteorologici e climatici a livelli nazionale è il modo migliore per adattarsi ai cambiamenti climatici. In Italia, la nascita dell’agenzia ItaliaMeteo, inserita nella legge di Bilancio 2018, va in questa direzione. Anch’essa con sede a Bologna, sarà il primo ente nazionale interamente civile di meteorologia e climatologia, con l’obiettivo di coordinare le tante realtà regionali e locali che operano in questo settore.

“Il fine ultimo, e l’augurio di chi si occupa di sviluppare queste attività, è che le informazioni che produciamo vengano utilizzate per ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici sulla vita di ognuno di noi”, conclude Gualdi. “ La nostra società sta diventando sempre più vulnerabile a questo tipo di rischi, mentre l’ obiettivo del nostro lavoro deve essere quello di farla diventare sempre più resiliente”.

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