L’impronta di JOSE sull’oceano

Posted on

Testo di Enrico Scoccimarro e Dorotea Iovino Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Fondazione CMCC), Bologna, Italy.

Per primo è arrivato Harvey. Poi è stata la volta di Katia e Irma. E adesso l’uragano Jose, nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico. Il picco della stagione dei cicloni tropicali atlantici (settembre) sembra essere particolarmente vivace quest’anno. Jose è il quarto uragano a formarsi nell’Atlantico nel giro di poche settimane. Con venti che soffiano a 165 km/h e raffiche d’intensità ancora maggiore, si prevede che resterà nell’Atlantico per i prossimi giorni.

Come già per l’uragano Irma, abbiamo investigato  l’impatto di Jose sulle proprietà dell’oceano superficiale con il sistema di previsioni oceaniche globali del CMCC, GOF16. Nel caso di Irma, il nostro sistema aveva previsto un raffreddamento delle acque superficiali (indotto dall’uragano) di pochi gradi Celsius prima del suo approdo sulla terraferma. Questa anomalia “relativamente piccola” era principalmente da attribuirsi all’alta velocità di traslazione di Irma, in grado di attenuare gli effetti previsti per un uragano di categoria 5, con venti superiori ai 250 km/h, sulle temperature marine superficiali.

Jose è stato declassato a uragano di categoria 3, e per effetto del wind shear in aumento dovrebbe lentamente indebolirsi nel giro dei prossimi giorni, anche se probabilmente manterrà la sua forza di uragano. Con una minore velocità di traslazione, l’uragano Jose rimarrà posizionato in pieno Oceano Atlantico, e si prevede che realizzerà una sorta di anello in senso orario tra Bermuda, Bahamas e Puerto Rico nei prossimi 5 giorni (sulla base delle previsioni della NOAA). Questa particolare traiettoria, associata alla bassa velocità con cui l’uragano si sposta, favorirà l’effetto di raffreddamento, da lui stesso indotto, sull’oceano.

Il sistema di previsioni GOF16, infatti,  mostra una considerevole riduzione della temperatura delle acque superficiali per venerdì 16 settembre (rispetto alle temperature di oggi, lunedì 11 settembre) lungo il percorso di Jose. Mentre i percorsi dei cicloni tropicali sono principalmente determinati dalla circolazione atmosferica di larga scala, l’intensità degli stessi è influenzata in buona parte dalle caratteristiche di piccola scala di atmosfera e oceano. Per questo motivo, una miglior comprensione delle interazioni fra i cicloni tropicali e l’oceano è fondamentale per determinare il potenziale intensificarsi o indebolirsi di un uragano. In base alle previsioni del modello del CMCC, l’anomalia negativa di temperatura delle acque marine superficiali, indotta da Jose, sarà superiore ai 5°C. Ciò fa supporre che questo uragano risulterà essere un ottimo case-study per analizzare le interazioni fra cicloni tropicali e oceano.

Oltre al raffreddamento già menzionato, si prevede un fenomeno di riscaldamento nella parte finale dei percorsi di Irma e Katia. In tali regioni precedentemente “battute” dai due uragani, infatti, l’oceano sottrae calore all’atmosfera, per la tipica tendenza a ripristinare i valori climatologici dopo il passaggio della tempesta.
L’immagine che emerge (figura 1), stimata per la fine di questa settimana, è un bellissimo esempio di concomitanti condizioni pre- e post-uragano nell’Oceano Atlantico.

Differenza di temperatura delle acque marine superficiali  tra sabato 16 settembre e lunedì 11 settembre. La grande anomalia negativa è collegata a Jose, mentre le grandi anomalie positive sono associate al passaggio di Irma e Katia. Dati del modello dal sistema di previsioni oceaniche globali del CMCC, alla risoluzione orizzontale di 1/16°.

Differenza di temperatura delle acque marine superficiali tra sabato 16 settembre e lunedì 11 settembre. La grande anomalia negativa è collegata a Jose, mentre le grandi anomalie positive sono associate al passaggio di Irma e Katia. Dati del modello dal sistema di previsioni oceaniche globali del CMCC, alla risoluzione orizzontale di 1/16°.

 

Degli stessi autori, leggi anche l’articolo “L’uragano IRMA visto dall’oceano”, pubblicato su TEC, il blog del CMCC.


Riferimenti bibliografici:

  • Iovino, D., Masina, S., Storto, A., Cipollone, A., and Stepanov, V. N.: A 1/16° eddying simulation of the global NEMO sea-ice–ocean system, Geosci. Model Dev., 9, 2665-2684, https://doi.org/10.5194/gmd-9-2665-2016, 2016.
  • Scoccimarro E. et al.: Effects of Tropical Cyclones on Ocean Heat Transport in a High-Resolution Coupled General Circulation Model. J. Climate, 24, 4368–4384. 2011.
  • Scoccimarro, E., S. Gualdi, G. Villarini, G. Vecchi, M. Zhao, K. Walsh, and A. Navarra: Intense precipitation events associated with landfalling tropical cyclones in response to a warmer climate and increased CO2. J. Climate, 27, 4642-4654. 2014.
  • Scoccimarro E., P.G. Fogli. K. Reed, S. Gualdi, S.Masina, A. Navarra: Tropical cyclone interaction with the ocean: the role of high frequency (sub-daily) coupled processes. Journal of Climate , doi: 10.1175/JCLI-D-16-0292.1. 2017.
  • Storto, A., S. Masina, and A. Navarra (2015) Evaluation of the CMCC eddy-permitting global ocean physical reanalysis system (C-GLORS, 1982–2012) and its assimilation components. Q.J.R. Meteorological Society, doi:10.1002/qj.2673

Start typing and press Enter to search

Shopping Cart