Come limitare il riscaldamento globale a 1.5°C?

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Con l’accordo di Parigi i governi hanno promesso di “proseguire gli sforzi” per mantenere l’aumento della temperatura globale entro 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali. Ma quanto è realistica questa promessa? Un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change ha cercato risposte a questa domanda, con il contributo dei ricercatori CMCC Johannes Emmerling, Laurent Drouet e Massimo Tavoni. Lo sforzo di modellizzazione ha preso in considerazione per la prima volta non solo gli sviluppi tecnologici necessari e le esigenze finanziarie, ma anche fattori socioeconomici come le disuguaglianze, la volontà politica di perseguire obiettivi di sostenibilità e la cooperazione internazionale.

I ricercatori hanno utilizzato sei modelli di valutazione integrati per testare diversi scenari in linea con il limite di 1.5°C all’interno di cinque “percorsi socioeconomici”, denominati Shared Socioeconomic Pathways (SSP). I risultati dell’articolo di Nature Climate Change, dal titolo Scenarios towards limiting global mean temperature increase below 1.5 °C,  hanno mostrato come l’obiettivo di 1.5°C sia realizzabile, ma non in ogni condizione: accentuate disuguaglianze sociali ed economiche, l’uso prolungato di combustibili fossili, scarsa cooperazione internazionale e politiche climatiche frammentate sono gli ostacoli principali che impediscono di rispettare l’obiettivo di 1.5°C.

Quali condizioni permettono di limitare l’aumento di temperatura entro la soglia stabilita? Per rispettare l’obiettivo di 1.5°C, le emissioni di gas serra dovrebbero raggiungere il picco entro il 2030 e diminuire rapidamente nei decenni successivi, raggiungendo la neutralità delle emissioni intorno alla metà di questo secolo. Gli scenari che seguono questo percorso includono il passaggio dall’utilizzo di combustibili fossili senza cattura e stoccaggio del carbonio ad una rapida adozione su larga scala di fonti di energia rinnovabile, la riduzione dei consumi di energia attraverso miglioramenti dell’efficienza e lo sviluppo di tecnologie di emissioni negative, come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (BECCS), imboschimento e riforestazione, per rimuovere l’accumulo di CO2 nell’atmosfera.

Sviluppati nell’ambito del progetto europeo CD-LINKS, i percorsi socioeconomici SSP in linea con 1.5°C serviranno come punto di partenza per ulteriori ricerche, che possono aiutare i decisori politici a comprendere le implicazioni concrete di questi scenari, affermano gli autori.
Finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione europea, il progetto di ricerca CD-LINKS riunisce un consorzio di 19 organizzazioni di ricerca internazionali, inclusa la Fondazione CMCC, con lo scopo di migliorare la comprensione delle connessioni tra le politiche sui cambiamenti climatici e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals) adottati nel 2015.

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