Energie rinnovabili: nuovo record raggiunto nel 2015

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Il 2015 è stato il miglior anno di sempre per le energie rinnovabili, con la creazione di installazioni che hanno generato 147 gigawatts (GW) di elettricità e investimenti globali per 286 miliardi di dollari, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
È quanto emerge dal rapporto Renewables 2016 Global Status Report, pubblicato da REN21, rete globale legata al Programma Ambientale delle Nazioni Unite.

Il rapporto sottolinea come questi risultati senza precedenti siano stati provocati principalmente dai seguenti fattori: un miglior accesso ai finanziamenti e una maggiore competitività delle fonti rinnovabili, che adesso presentano costi paragonabili ai principali combustibili fossili. Questa rapida crescita è inoltre trainata da una maggiore sensibilità e attenzione per l’ambiente e la sicurezza energetica, iniziative politiche ad hoc, la richiesta crescente di energia da parte delle economie emergenti e dei paesi in via di sviluppo, e dalla necessità di aver accesso a moderne forme di energia. Di conseguenza, nuovi mercati per le energie rinnovabili stanno emergendo in tutto il mondo.
Tale sviluppo, afferma inoltre il rapporto, si è verificato nonostante il crollo dei prezzi globali per tutti i combustibili fossili e i continui sussidi che ancora oggi vengono concessi alle fonti fossili, e soprattutto nonostante le rinnovabili debbano ancora superare una serie di ostacoli, come burocrazia, barriere regolatorie e vincoli fiscali, instabilità politica ecc.

Nel 2015, i Paesi che hanno registrato il maggiore incremento degli investimenti nelle rinnovabili sono Stati Uniti (+19%) e Cina (+17% pari al 36% degli investimenti registrati a livello globale). In  Europa, invece, si attesta il maggior calo degli investimenti nel settore (- 21%). In generale, i maggiori investimenti quindi per le fonti di energia rinnovabili provengono soprattutto da Cina, USA, India e Giappone.
Questo segna un traguardo storico: per la prima volta i Paesi in via di sviluppo hanno superato i Paesi sviluppati negli investimenti in tecnologie rinnovabili. La leadership della decarbonizzazione sta passando al Sud del mondo: paesi come Marocco, Uruguay, Honduras, Nicaragua, Sud Africa e Giordania hanno speso intorno all’1% del proprio PIL per sviluppare le rinnovabili. Sono buone notizie, oltre che per il clima, anche per lo sviluppo sostenibile di quei Paesi.

Negli ultimi anni, l’Italia sta attraversando un periodo di arresto, con un netto calo degli investimenti e delle iniziative a favore delle energie rinnovabili. Pur essendo ancora il 5° Paese a livello mondiale per il fotovoltaico, grazie agli investimenti degli anni passati, nel 2015 ha aggiunto appena uno 0,3% di capacità in più; resta comunque al secondo posto dopo la Germania per capacità pro-capite nel solare fotovoltaico e quinta per capacità complessiva. È inoltre nona per capacità nell’eolico e sesta per il geotermico.

Per concludere, il lavoro nel settore dell’energia rinnovabile (esclusa l’energia idroelettrica su larga scala) è aumentato nel 2015 fino a un numero stimato di 8,1 milioni di posti di lavoro. Il solare fotovoltaico e i biocarburanti hanno fornito il maggior numero di lavoratori del settore delle energie rinnovabili. Al settore idroelettrico su larga scala sono da attribuire ulteriori 1,3 milioni di posti di lavoro.
Considerando tutte le tecnologie rinnovabili, i Paesi con il maggior numero di lavoratori impiegati nel settore nel 2015 sono stati Cina, Brasile, Stati Uniti e India.

Scarica il rapporto integrale.

Continua a leggere sull’ultimo numero (N.41) di International Climate Policy Magazine.

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