Rio+20, i risultati finali

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Si è conclusa venerdì scorso a Rio de Janeiro la conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo sostenibile, “Rio+20”. Nell’anno del XX anniversario della Conferenza della Terra (Earth Summit), svoltasi a Rio nel 1992, Rio+20 si conclude con un documento finale “The Future We Want”, e con oltre 700 impegni su base volontaria.
Il dibattito dei vari negoziati è stato senza dubbio dominato dallo scontro tra le diverse visioni e gli interessi  dei Paesi industrializzati e dei Paesi in via di sviluppo, scontri che hanno frenato e ostacolato il raggiungimento di alcuni dei traguardi più importanti e attesi.
Nel complesso, il documento approvato riafferma gli impegni della Dichiarazione di Rio e degli altri accordi precedenti, ed esprime la volontà di accelerare ulteriori accordi e impegni vincolanti, in particolare nel campo della finanza, del debito, del commercio e del trasferimento tecnologico. Fortemente voluto dal gruppo G77 e dalla Cina, è stato inoltre riaffermato il principio di “responsabilità comuni, ma differenziate” per i vari Paesi.
In riferimento a “Green Economy nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell’eradicamento della povertà”, uno dei temi cruciali a Rio+20, il testo finale rappresenta un compromesso tra le diverse idee del concetto di green economy. Sulla base di quanto sancito nel documento, le politiche per il sostegno e la promozione della green economy non dovrebbero essere viste né come un insieme di rigide regole, né come un’arbitraria e ingiustificabile fonte di discriminazione al commercio internazionale. In questi ambiti, ciascun Paese ha il diritto di perseguire i suoi obiettivi di sviluppo.

Quale ruolo assegnare all’UNEP è stato un altro dei nodi cruciali della discussione. Alla fine gli Stati si sono visti concordi nel rafforzare il suo ruolo con l’approvazione di una dichiarazione di carattere generale.
Rio+20 ha inoltre avviato un processo per la definizione dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs), che andranno a sostenere la creazione della nuova agenda post – 2015 per lo sviluppo.

Tante le valutazioni dei risultati, e molti degli osservatori e dei partecipanti alla conferenza hanno sospeso il loro giudizio in attesa di vedere come i nuovi impegni saranno resi effettivi.
Il documento finale è disponibile qui.

Leggi la versione integrale della newsletter Climate Policy News, a cura di Marinella Davide e Valeria Barbi.

 

Immagine dell’album Flickr CC di Commonwealth Secretariat.

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