Speciale COP22 Marrakech: la macchina dell’Accordo di Parigi si mette in moto

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Inaugurata la Ventiduesima Conferenza delle Parti (#COP22) dell’UNFCCC, che si tiene a Marrakech, Marocco, fino al 18 novembre 2016. L’evento ha inizio a pochi giorni dall’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, avvenuta lo scorso venerdì 4 novembre. L’analisi degli avvenimenti in tempo reale, le loro premesse e le implicazioni future, nella newsletter di Climate Policy Observer

A quasi un anno dal successo dei negoziati per il clima, ospitati lo scorso anno nella capitale francese e conclusisi con l’adozione dell’Accordo di Parigi il 12 dicembre 2015, il mondo è già un po’ cambiato. Nel corso dell’ultimo anno, piccoli passi e grandi iniziative per il clima hanno coinvolto diversi attori e settori. Ma, nei fatti, a che punto siamo? Cos’è cambiato e cos’è maturato nei mesi intercorsi tra l’adozione dell’Accordo di Parigi e la sua entrata in vigore?

Da allora, 191 Parti hanno firmato l’Accordo di Parigi, di cui 175 Parti presso la sede delle Nazioni Unite di New York il 22 aprile, giorno di apertura alla firma del trattato e Giornata Mondiale della Terra: mai un così cospicuo numero di Paesi firmò un trattato internazionale in una stessa giornata, in uno stesso luogo, sotto uno stesso tetto.

Ma firmare, lo sappiamo, non basta. L’Accordo prevede la sua entrata in vigore un mese dopo la sua ratifica da parte di almeno 55 Paesi, responsabili di almeno il 55% delle emissioni globali di gas serra. In molti si sarebbero aspettati di vederlo entrare in vigore nel 2020, ma questo è accaduto ben prima, e precisamente il 4 novembre 2016, a pochi giorni dall’inizio della COP22, la ventiduesima Conferenza delle Parti dell’UNFCCC (Marrakech, Marocco, 7-18 novembre 2016).

Questo successo è stato reso possibile dal recente raggiungimento delle due condizioni per l’entrata in vigore:

  • la prima “soglia” è stata superata (con la ratifica di 60 Parti) il 21 settembre, in occasione di un evento speciale convocato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon presso la sede delle Nazioni Unite di New York in cui i leader di tutto il mondo sono stati invitati a depositare i propri strumenti di ratifica, accettazione, approvazione o accesso al Paris Agreement;
  • la seconda “soglia” è stata superata il 5 ottobre, giorno in cui si è raggiunta una copertura del 58,82% delle emissioni grazie alle ratifiche dell’Unione Europea e di diversi suoi stati membri (Austria, Francia, Germania, Malta, Ungheria, Portogallo, Slovacchia), della Bolivia, del Canada e del Nepal.

Ma questo è solo un primo importante passo. Come illustra la mappa “Paris Agreement Tracker” del World Resource Institute, aggiornata in tempo reale con lo stato dell’arte rispetto al traguardo, siamo oggi ad un totale di 83 Parti che hanno firmato l’Accordo, responsabili del 60,79% delle emissioni globali. Molti ancora mancano. E soprattutto molti Paesi non hanno ancora adottato le politiche per implementare l’Accordo.

“La sfida più grossa”, afferma Carlo Carraro dalle pagine del suo blog, “è ora quella di rendere l’Accordo di Parigi realtà, a partire dal portare gli NDCs dalla diplomazia all’azione concreta. Con un’entrata in vigore così rapida rispetto a quanto atteso, diversi dettagli operativi sono ancora da definire. Oltre alla loro definizione, finanza e capacity building saranno al centro della scena, coerentemente con la direzione presa dall’Accordo e sottintesa nella sua stessa architettura: agire nel concreto per mitigare i cambiamenti climatici ed adattarvisi, includendo tutti gli attori – i responsabili “di ieri” con i responsabili “di domani” – della scena internazionale.”

Leggi la versione integrale dell’articolo sul blog di Carlo Carraro.

Maggiori informazioni sulla COP22, un’analisi degli avvenimenti, le loro premesse e le implicazioni, sono disponibili sulla newsletter e sul sito di Climate Policy Observer.
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