Il futuro del petrolio non è più lo stesso

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Secondo l’ultimo rapporto mensile dell’Agenzia Internazionale dell’energia (International Energy Agency, IEA), gli Stati Uniti si preparano a diventare il più grande produttore mondiale di petrolio nel 2018. Mentre l’OPEC e alcuni stati non OPEC come la Russia hanno rinnovato l’accordo per limitare la produzione di greggio per il secondo anno consecutivo nel 2018, per contenere le eccedenze e sostenere i prezzi, gli Stati Uniti non sono parte dell’intesa. Dopo aver tagliato drasticamente i costi per rispondere al crollo dei prezzi petroliferi tra il 2014 e il 2015, i produttori di shale oil statunitensi stanno vivendo una seconda ondata di crescita grazie al trend rialzista dell’anno scorso.

Secondo l’analisi della IEA, gli Stati Uniti sono vicini a superare l’Arabia Saudita nella produzione di greggio e potrebbero sorpassare anche la Russia, diventando il leader mondiale entro la fine di quest’anno. Nel 2018, l’aumento della produzione nei paesi non OPEC, Stati Uniti in testa,  sarà probabilmente maggiore dell’aumento della domanda.

La prossima analisi di previsione quinquennale della IEA (Oil 2018 report), attesa all’inizio di marzo, svelerà nuovi dettagli sul quadro mutevole della domanda e offerta globale di petrolio.

Le previsioni dell’annuale Energy Outlook (AEO2018) stilato dalla US Energy Information Administration (EIA) coincidono in parte con l’analisi della IEA. Il rapporto afferma che il petrolio da scisto ha rappresentato il 54% del totale prodotto negli Stati Uniti nel 2017 ed è destinato a rimanere la principale componente della produzione di greggio statunitense in futuro. L’EIA prevede che lo status degli Stati Uniti passerà da importatore netto ad esportatore netto di energia nei prossimi anni, grazie all’aumento dei prezzi del greggio che porterà a una maggiore produzione di petrolio e gas naturale e accelererà la trasformazione in esportatore netto entro il 2020.

Guardando ai prossimi due decenni, il futuro dei mercati petroliferi globali appare in profonda trasformazione. Secondo l’ultimo World Energy Outlook della IEA, la domanda di petrolio continuerà a crescere fino al 2040, anche se a un ritmo progressivamente minore. Insieme alla rivoluzione dello shale oil negli Stati Uniti, le principali tendenze che stanno ridefinendo gli equilibri petroliferi globali sono lo sviluppo della capacità di raffinazione dei produttori del Medio Oriente e la crescente domanda da parte dei Paesi asiatici, principalmente India e Cina.

Le proiezioni del recente Energy Outlook della BP mostrano che la domanda di petrolio e di altri combustibili liquidi rallenterà gradualmente e si stabilizzerà verso la fine del decennio 2021-2030, a causa della rivoluzione nei trasporti provocata dalla diffusione delle auto elettriche a guida autonoma e da possibili misure per ridurre i rifiuti in plastica. È la prima volta che la compagnia petrolifera rileva un picco dei consumi di petrolio nelle sue previsioni a lungo termine.

Anche l’analogo Outlook for Energy di ExxonMobil prevede un picco nell’utilizzo di combustibili liquidi da parte dei veicoli leggeri entro il 2030, a causa dell’aumento delle automobili elettriche e di una maggiore efficienza dei motori convenzionali.

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