Il crescente impatto della finanza sul controllo del clima

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L’Accordo sul Clima raggiunto lo scorso dicembre 2015 alla COP21 di Parigi ha dato nuovo slancio alle politiche climatiche in tutto il mondo. Circa 170 Paesi stanno lavorando per definire le politiche più adatte a ridurre le proprie emissioni nazionali di gas serra e dare il proprio contributo alla transizione verso un’economia globale a basse emissioni di carbonio.
Le nuove politiche climatiche guideranno nuovi investimenti a supporto di tale transizione, aumentando il rischio che investimenti in progetti ad alta intensità di carbonio si rivelino stranded assets, svalutandosi prima della fine della loro vita utile prevista. Gli investimenti in attività dannose per il clima non saranno minacciati solo dall’introduzione di normative più stringenti a tutela del clima, ma anche da fattori economici – come il calo del prezzo del petrolio – e da innovazioni nel campo dell’energia – in particolare se legate a misure di efficienza energetica e a progressi nelle tecniche di immagazzinamento di energia prodotta da fonti rinnovabili. Altri fattori di svalutazione potranno essere rappresentati dalle modifiche nel comportamenti dei consumatori, influenzati o guidati da nuove consapevolezze, e da nuovi sistemi di certificazione ed etichettatura dei prodotti di consumo.

“In vista di una regolamentazione più severa in materia di cambiamento climatico, investitori ed intermediari finanziari coinvolti in investimenti in combustibili fossili farebbero bene a valutare la propria esposizione ai rischi, misurare l’impatto di tale esposizione e, infine, gestire adeguatamente i rischi identificati. Una gestione che passa attraverso un’azione combinata di quattro strategie disponibili: disclosure, disinvestimento dai combustibili fossili, engagement e diversificazione”.
Così Carlo Carraro commenta in un articolo appena pubblicato sul suo blog, in cui è descritto il nuovo quadro che si va delineando, che vedrà le decisioni delle istituzioni finanziarie allinearsi progressivamente con gli obiettivi climatici di lungo termine definiti a Parigi. Il fine ultimo è quello di più che raddoppiare gli investimenti in azioni per il clima, per implementare i National Determined Contributions (NCDs), i contributi nazionali programmati presentati nel contesto della Conferenza sul Clima di Parigi.

Leggi l’articolo completo “Il crescente impatto della finanza sul controllo del clima”, pubblicato sul blog di Carlo Carraro.

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