Emissioni: obiettivi più severi per l’Unione europea, in Cina s’impennano i consumi

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L’Unione Europea ha richiesto alle Nazioni Unite il diritto per i suoi Stati Membri a rafforzare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni per il biennio 2015 – 2017. La proposta è sostenuta da Danimarca, Svezia e Gran Bretagna, e segue di poche settimane la pubblicazione del working paper della Commissione Europea in cui si dichiara, ormai senz’ombra di dubbio, come l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 20% sia adesso molto meno costoso di quanto non fosse nel 2008. E questo implica, di fatto, che lo scenario di riduzione del 30% sia diventato considerevolmente meno costoso.
Un simile passo avanti appare perfettamente in linea con gli impegni europei per un secondo mandato (a partire dal 2013) del Protocollo di Kyoto, e con la proposta di nuovi target di riduzione delle emissioni entro il prossimo mese di maggio. Il nuovo obiettivo europeo dovrebbe porre drasticamente un limite al mercato delle emissioni (EU – ETS, EU – Emission Trading System); i ministri dell’ambiente dei 27 paesi dell’Unione Europea prenderanno in esame il documento il 9 marzo, in occasione della prossima riunione del Consiglio europeo.
L’Istituto nazionale di statistica cinese ha recentemente reso noti i dati del 2011 sui consumi di energia del Paese, cresciuti a ritmi molto alti soprattutto negli ultimi quattro anni. Il consumo complessivo di energia, infatti, è aumentato del 7 %, arrivando a 3,48 miliardi di tonnellate di SCE (standard coal equivalent); questo incremento è senz’altro dovuto al forte consumo di carbone del colosso cinese, aumentato in un anno del 9,7 %, mentre il consumo di petrolio greggio sale del 2,7 %, e quello di gas naturale del 12 %. La Cina non raggiunge quindi i suoi obiettivi energetici per il 2011: il suo consumo di energia per unità di prodotto interno lordo (GDP, gross domestic product) scende di soli 2.01 punti percentuali rispetto al 2010, mancando di poco il target del 3,5% previsto per il 2011.

Per ulteriori approfondimenti su queste notizie e aggiornamenti sul mercato del carbonio, leggi l’ultimo numero di Climate Policy News, a cura di Marinella Davide.

Immagine dell’album Flickr CC di mafe

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