Il nesso fra cibo e migrazioni: il potenziale ruolo dei cambiamenti climatici

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Il cibo può essere scienza, salute, sicurezza, politica, economia, agricoltura e industria ma può essere anche moda, divertimento, lusso, turismo e spettacolo. Il cibo può essere oggetto di polemiche, di tavole rotonde a tema, causa di malattie e di truffe internazionali ma può essere anche un momento di convivialità, di relax, di fratellanza tra popoli e di cultura.
Il Festival del Giornalismo Alimentare, a Torino dal 22 al 24 febbraio 2018 (Centro congressi “Torino Incontra”, via Nino Costa 8), nasce con l’obiettivo di unire tutti questi innumerevoli mondi e di raccontarli, in modo diretto, semplice e attento, grazie alla presenza di esperti di settore, nutrizionisti, aziende, associazioni, semplici cittadini interessati e, soprattutto, di giornalisti, blogger e comunicatori.

Nell’ambito di questi tre giorni di eventi e attività del festival, la ricercatrice CMCC Monia Santini (Divisione IAFES), parteciperà al dibattito “Agricoltura e cambiamenti climatici: i campi non sono più gli stessi”.
Il panel cerca di capire come i media trattano la questione dei cambiamenti climatici connessa al mondo dell’agricoltura.
In agricoltura, i cambiamenti climatici stanno portando a nuove strategie di produzione del cibo nel mondo occidentale, ma anche a nuovi flussi migratori dal sud del mondo, con il conseguente impoverimento di intere popolazioni. È ormai riconosciuto come il cambiamento climatico sia uno dei driver delle migrazioni umane, in concomitanza con altri fattori quali povertà, conflitti e instabilità sociali.

Nel corso del dibattito, M. Santini illustrerà i principali risultati del rapporto “Food & Migration. Understanding the geopolitical nexus in the Euro-Mediterranean, uno studio realizzato dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN), in collaborazione con MacroGeo e la Fondazione CMCC, incentrato sul nesso cibo-migrazioni nell’area trans-mediterranea, uno dei principali hot spot di cambiamento climatico.

La Fondazione CMCC si è occupata del capitolo “Climate change and human migrations” dedicato alla vulnerabilità climatica dell’area, analizzando le tendenze registrate nel passato e le proiezioni future. Lo studio evidenzia come non solo le aree di provenienza dei migranti (Paesi africani e Medio Oriente) siano altamente vulnerabili al cambiamento climatico in termini di riduzione delle risorse idriche e perdite nella produzione agricola, ma anche i Paesi europei, ovvero le aree di transito e destinazione dei migranti. In particolare, il clima e la sua variabilità influenzano la disponibilità di acqua per le piante e possono rappresentare un fattore di stress per le colture in caso di temperature estreme.
Politiche efficaci per la gestione delle migrazioni non possono perciò trascurare il nesso tra migrazioni e cibo, anche attraverso il clima.
Tutto ciò porta alla necessità di una riformulazione del sistema agro-alimentare che si adatti al cambiamento climatico, attraverso lo sviluppo di un sistema di supporto alle decisioni robusto che tenga conto dell’incertezza sulle tendenze attese per il clima futuro, inclusi gli eventi estremi. Sarà inoltre essenziale aumentare le sinergie fra strategie di mitigazione e adattamento, per esempio promuovendo modifiche nelle diete e un’agricoltura sostenibile.

Per maggiori informazioni, visita il sito ufficiale dell’evento.


Leggi anche la news su TEC “Clima e migrazioni, capire il nesso geopolitico nell’area euro-mediterranea“.


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