In nome della legge: l’azione per il clima nei tribunali

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Negli ultimi anni, un numero crescente di cause legali ha visto cittadini e associazioni portare i propri governi in tribunale per far rispettare gli impegni sui cambiamenti climatici o per chiedere obiettivi politici più ambiziosi in materia di riduzione delle emissioni e adattamento agli impatti del clima che cambia.

Il database di riferimento gestito dal Sabin Center della Columbia University conta attualmente oltre 1000 procedimenti giudiziari e amministrativi in materia di cambiamenti climatici (875 negli Stati Uniti e 264 in altri Paesi, in base agli ultimi aggiornamenti di maggio 2018).
Nel 2015 la vittoria di circa 900 cittadini olandesi, rappresentati dall’associazione Urgenda, ha stabilito un caso senza precedenti nelle sentenze sul clima, con la decisione del tribunale distrettuale dell’Aia secondo cui il governo deve garantire una riduzione di almeno il 25% delle emissioni dei Paesi Bassi, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2020 (l’attuale obiettivo olandese di riduzione per il 2020 è di circa il 17%). Il governo olandese ha impugnato la sentenza e il 28 maggio la Corte d’Appello dell’Aja ha fissato la data del verdetto a ottobre di quest’anno.

Oltre al caso olandese, nel 2018 le corti europee valuteranno cause intentate contro i governi di Irlanda, Regno Unito, Belgio, Svizzera e Norvegia, e processi simili sono in corso nelle Filippine, in India e negli Stati Uniti, sia a livello statale che federale. 

A maggio, i querelanti di 8 Paesi hanno citato in giudizio le istituzioni dell’Unione europea con l’accusa che l’obiettivo europeo per il 2030 di ridurre le emissioni di gas serra del 40% sia inadeguato a proteggere i loro diritti fondamentali. La causa – soprannominata “People’s Climate Case” – è intentata da 10 famiglie che vivono in Portogallo, Germania, Francia, Italia, Romania, Kenya, Figi e Svezia, con il sostegno della ong Climate Action Network.

Secondo una recente analisi del Grantham Research Institute, le corporation rappresentano la categoria più numerosa di querelanti in questo tipo di processi (nella maggior parte dei casi, contro decisioni amministrative prese sulla base dei cambiamenti climatici, ad esempio il rifiuto di concedere nuove licenze per le centrali a carbone, o intentati per mettere in discussione l’assegnazione di quote di emissioni). Tuttavia, sta emergendo una nuova tipologia di cause legali dal basso che mettono in relazione clima e protezione dei diritti e che potrebbero avere un “impatto significativo”, dato che stanno già ampliando il dibattito sulle responsabilità dei cambiamenti climatici.

”È ancora troppo presto per dire se i querelanti riusciranno a far giudicare responsabili le società e i governi”, afferma il rapporto. “Diversi casi sono in fase di appello. Tuttavia, anche i tentativi infruttuosi potrebbero contribuire a sostenere l’azione per il clima nel lungo termine”.

Per approfondire:
Report: “Policy brief – Global trends in climate change legislation and litigation: 2018 snapshot”, Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment and Centre for Climate Change Economics and Policy

Urgenda Foundation website.

“People’s Climate Case” website.

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