Carbon Pricing e riscaldamento globale: una valutazione macroeconomica del suo impatto

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Fino a che punto il carbon pricing a livello mondiale può favorire la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e contribuire a mitigare gli effetti del riscaldamento globale?
Il 5 aprile 2018, l’economista Gael Giraud (Chief economist of the Agence Française de Développement, Professor at the Ecole Nationale des Ponts et Chaussées) ha affrontato il tema dell’impatto macroeconomico del carbon pricing e delle sovvenzioni pubbliche, valutando la sostenibilità di queste politiche, nel corso del seminario CMCC “Carbon Pricing and Global Warming: A Stock-flow Consistent Macro-dynamic Approach”.
L’impatto macroeconomico del carbon pricing è calcolato valutando la probabilità di rimanere al di sotto di due valori limite essenziali per la stabilità del clima e dell’economia attuale: un’anomalia termica superiore ai 2°C (come stabilito nell’Accordo di Parigi), e un rapporto globale debito/produzione.

Guarda il video del seminario:

I risultati di queste analisi hanno evidenziato che, quando il limite superiore del carbon pricing sostenuto nell’High-Level Commission on Carbon Prices del 2017, sia implementato con ulteriori sovvenzioni pubbliche sui costi di abbattimento nel settore privato, riesca a guidare l’economia verso un percorso di crescita equilibrato. Con molta probabilità, questo consentirebbe di limitare l’innalzamento medio delle temperature al di sotto di 2,5°C entro la fine di questo secolo.
Senza questo forte coinvolgimento pubblico, l’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione lorda e sul capitale sembra essere tale da spingere quasi certamente lo stato dell’economia mondiale verso un campo di debito deflazionistico, portando potenzialmente a una decrescita forzata nella seconda metà del XXI secolo.

Scarica la presentazione (pdf) di G. Giraud.

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