La nuova sfida europea: adattarsi per stare al passo con i cambiamenti climatici

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Fonti: il comunicato stampa dell’Agenzia europea per l’ambiente (AEA); il rapporto AEA “Adaptation in Europe” (“Adattamento in Europa”).

La società e l’economia europee devono adattarsi ai cambiamenti climatici: è quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), “Adaptation in Europe” (“Adattamento in Europa”), che descrive le politiche e alcune delle misure adottate a livello dell’UE e dai singoli paesi europei. Al momento metà dei 32 paesi membri dell’AEA hanno elaborato piani di adattamento e alcuni hanno iniziato ad agire, benché tutti i paesi abbiano ancora molto lavoro da fare.

Il report vuole in primo luogo fornire informazioni utili e sostenere il lavoro di quei policy maker attualmente impegnati nella messa a punto di misure di policy; in particolare, vuole supportare la formulazione e lo sviluppo di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici a livello comunitario e delle singole nazioni europee, con l’obiettivo di rafforzare e migliorare la strategia dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici.
Il report vuole inoltre essere un punto di riferimento per le diverse istituzioni o enti nazionali e regionali, e per tutti i diversi stakeholder privati impegnati nella progettazione o nel consolidamento di azioni di adattamento.
Entrando nel merito dei contenuti, il capitolo 1 del report inquadra la questione dell’adattamento all’interno del più ampio contesto delle implicazioni socio-economiche dei cambiamenti climatici, illustrando inoltre come le strategie di adattamento possano ben integrarsi con le politiche europe e con gli ideali di efficienza energetica, sviluppo sostenibile e “Strategia Europa 2020”. L’adattamento ai cambiamenti climatici rappresenta una sfida per la società europea, ma anche un’opportunità per aumentare la resilienza degli sistemi umani e naturali.
Il capitolo 2 presenta con una serie di esempi le pratiche di adattamento già esistenti in Europa; in particolare, sono mostrate le cosiddette “leve” (levers), ovvero gli strumenti di policy disponibili a livello dell’UE per sostenere la realizzazione di misure di adattamento, e sono evidenziati quei fattori che garantiscono il successo di un’azione di adattamento, e quelli che invece ne ostacolano la realizzazione.
Il capitolo 3 esamina il contesto di policy europeo all’interno del quale l’adattamento è stato strategicamente pianificato e implementato.
Il capitolo 4 esamina alcuni dei nodi cruciali e delle questioni che determineranno il futuro delle strategie di adattamento in Europa.

Mentre gli sforzi di mitigazione globale dovrebbero continuare a cercare di limitare l’innalzamento della temperatura globale a 2 °C , nel rapporto si afferma che è necessario prepararsi ad aumenti maggiori della temperatura e ad altri cambiamenti climatici. Ciò è necessario per tenere conto in modo corretto delle molte incertezze nelle previsioni climatiche e socio-economiche.
Una precedente relazione dell’AEA ha mostrato come i cambiamenti climatici stanno già interessando tutte le regioni in Europa, provocando molte conseguenze per la società e l’ambiente.
Ulteriori conseguenze sono attese in futuro se non verrà intrapresa alcuna azione. Le rilevazioni mostrano temperature medie più elevate in Europa. Le precipitazioni stanno diminuendo nelle regioni meridionali e aumentando in Europa settentrionale.

Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’AEA, afferma: “L’adattamento comporta nuovi modi di pensare e affrontare rischi e pericoli, incertezze e difficoltà. Gli europei dovranno cooperare, imparare l’uno dall’altro e investire in trasformazioni di lungo periodo, necessarie a sostenere il nostro benessere di fronte ai cambiamenti climatici.”

L’Europa inizia ad adattarsi
Il rapporto raccomanda un insieme di diverse misure: misure “grigie” come progetti ingegneristici e tecnologici, approcci “verdi” basati sugli ecosistemi e la natura, e le cosiddette misure “morbide” come le politiche volte a cambiare gli approcci di governance. Nel rapporto si sostiene che i progetti di adattamento più efficaci combinano spesso due o più approcci differenti.

Per esempio, l’adattamento presso la costa mediterranea francese si basa su un approccio integrato che tiene conto di cambiamenti climatici, turismo, trasporti e biodiversità. Nelle aree urbane, spazi verdi e corpi idrici rientrano nella progettazione edilizia al fine di ridurre i rischi legati alle ondate di caldo. Anche Barcellona ha iniziato ad adattarsi alla carenza di acqua con un nuovo impianto di desalinizzazione ad alta efficienza. Questo progetto “grigio” opera in tandem con altre iniziative “morbide” come gli incentivi per ridurre il consumo di acqua, diminuendo gli impatti derivanti da siccità prolungate.

Il costo dell’adattamento potrebbe essere elevato in alcuni casi, tuttavia la relazione sottolinea i risparmi complessivi derivanti da alcune azioni di adattamento. Uno dei più grandi progetti di adattamento basato sull’ecosistema consiste nel ripristinare il bacino idrografico del Danubio al suo precedente stato naturale. Sebbene il costo stimato sia pari a 183 milioni di euro, esso dovrebbe aiutare a prevenire inondazioni come quella del 2005 che da sola è costata 396 milioni di euro di danni.

Sono stati istituiti in Europa sistemi di allarme rapido per aiutare a prevedere incendi boschivi, inondazioni e siccità. Secondo la relazione, tali misure morbide possono aiutare le comunità a superare i rischi. Un progetto simile in Italia ha istituito sistemi di allarme rapido per malattie trasmesse dalle zanzare, previste in aumento con i cambiamenti climatici.

Sfide future
L’Europa ha bisogno di adeguarsi ai cambiamenti climatici in modo coerente, assicurando l’integrazione dell’adattamento nelle politiche dell’UE e in quelle nazionali, afferma la relazione. Non vi è alcun approccio “universale”: l’adattamento ai cambiamenti climatici dovrebbe rispondere alle condizioni nazionali e locali.

Vi è ancora incertezza nelle previsioni relative ai cambiamenti climatici ed è difficile stimare in modo preciso i futuri rischi poiché anche gli aspetti socioeconomici stanno cambiando. Per tali ragioni la pianificazione dell’adattamento dovrebbe essere abbastanza flessibile da superare circostanze impreviste e una serie di futuri cambiamenti climatici, afferma la relazione. Per esempio, il rafforzamento della barriera del Tamigi, che protegge Londra dalle inondazioni costiere, è stato progettato per lasciare aperte delle opzioni, in modo da poter accogliere degli adattamenti in funzione dell’aumento del livello del fiume.

Climate-ADAPT raccoglie un gran numero di studi di casi e altre informazioni per aiutare paesi, regioni e città ad adeguarsi ai cambiamenti climatici. Il sito web contiene informazioni su impatti climatici previsti e azioni nazionali nonché notizie e prossimi eventi.

Il rapporto dell’AEA è stato realizzato da esperti provenienti da una serie di organizzazioni che comprende anche l’European Topic Centre on Climate Change impacts, vulnerability and adaptation (ETC/CCA), un centro di specializzazione tematica che lavora su specifici obiettivi che nell’ambito dei cambiamenti climatici riguardano gli impatti, le vulnerabilità e le strategie di adattamento in Europa. Il consorzio che compone ETC/CCA comprende 14 istituzioni di ricerca europee ed è guidato dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC).
Sergio Castellari (ETC/CCA, CMCC – Divisione SERC) fa parte del gruppo di esperti che ha partecipato alla revisione del rapporto.

scarica il rapporto dell’AEA “Adaptation in Europe”

 

 

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