L’Accordo di Parigi entra in vigore: festeggiamenti e realismo

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Di Patricia Espinosa, UNFCCC Executive Secretary
Salaheddine Mezouar, Presidente della COP22 and Ministro degli Esteri e della Cooperazione del Regno del Marocco

Marrakech, Marocco – L’umanità guarderà al 4 novembre 2016 come al giorno in cui il mondo ha chiuso la porta all’inevitabile disastro climatico e si è avviato con determinazione verso un futuro sostenibile.

L’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici – il risultato del più complesso, esauriente e vitale negoziato internazionale sul clima che sia mai stato tentato – entra in vigore oggi.

L’Accordo è senza dubbio un punto di svolta nella storia degli sforzi comuni compiuti dall’umanità, un risultato che tiene insieme le volontà politiche, economiche e sociali dei governi, delle città, delle regioni, dei cittadini, del mondo degli affari e degli investimenti per superare la minaccia esistenziale di un cambiamento climatico incontrollato.

Il fatto che entri in vigore così presto, dal momento della sua firma, è un chiaro segnale politico di come tutte le nazioni del mondo si stiano dedicando ad una azione globale e decisiva sui cambiamenti climatici.

La conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici che inizierà la prossima settimana a Marrakech è un nuovo punto di partenza per la comunità internazionale, e proprio lì avrà luogo  il 15 novembre il primo meeting dell’organismo di governo dell’Accordo di Parigi, conosciuto come CMA.

Questo è il momento di festeggiare. Ma è anche il momento di guardare con senno, giudizio e con rinnovata determinazione al lavoro futuro che abbiamo di fronte.

In breve tempo – certamente entro i prossimi 15 anni – dovremo vedere riduzioni di emissioni di gas serra come mai prima d’ora, così come dovremo mettere in campo straordinari sforzi per costruire società capaci di resistere ai crescenti impatti del clima.

È un programma urgente e incalzante, perché le emissioni globali di gas serra che sono causa dei cambiamenti climatici e dei loro impatti non stanno ancora diminuendo – un fatto questo che l’incontro di Marrakech deve avere in cima alla lista dei problemi da risolvere collettivamente.

L’Organizzazione Mondiale della Meteorologia ha da poco confermato che la concentrazione atmosferica media globale del principale gas serra, l’anidride carbonica, ha raggiunto la simbolica e significativa soglia delle 400 parti per milione per la prima volta nel 2015 e che, nel 2016, ha superato nuovi record.

Questo vuol dire che il mondo non è sulla strada che consente di realizzare il principale obiettivo dell’Accordo di Parigi, e cioè di limitare il riscaldamento globale del Pianeta ben al di sotto dei 2°C e il più vicino possibile a 1,5°C per prevenire pericolosi punti di non ritorno (tipping points), oltre i quali potremmo perdere la capacità di controllarne gli esiti.

Parigi ha fornito un dono di speranza per ogni uomo, donna e bambino sul pianeta. I festeggiamenti di oggi possono contare sull’assicurazione che le politiche,  la tecnologia e la finanza necessarie a raggiungere questi obiettivi non solo esistono, ma saranno sviluppate come mai prima d’ora.

L’Accordo di Parigi è entrato in vigore su una eccezionale ondata di azioni e impegni finalizzati a costruire un’industria globale dell’energia rinnovabile, a rendere più pulita l’energia esistente, la sua produzione, così come l’agricoltura, e a riprogettare le economie e le società affinché siano più resilienti agli impatti dei cambiamenti climatici che sono già in corso.

La nostra abilità collettiva a rendere operativi rapidi cambiamenti è cambiata in meglio grazie all’Accordo di Parigi, in particolare per le seguenti ragioni:

  •  A Parigi, i governi hanno formalmente accettato di guidare l’azione climatica e hanno presentato un insieme globale di piani nazionali per un’iniziativa immediata, impegnandosi a non diminuire mai il loro sforzo e ad incrementare nel tempo la loro ambizione. Ora ne sono responsabili, e hanno gli strumenti per guidare il cambiamento in maniera sempre più rapida attraverso politiche climatiche e incentivi che siano sempre di più e più forti.
  • In pochi anni – idealmente non oltre il 2018 – i governi e le parti dell’Accordo avranno completato un regolamento che misurerà, chiarirà e controllerà l’iniziativa globale sul clima. Questo garantirà trasparenza su tutti gli aspetti necessari ad accelerare l’iniziativa sul clima, assicurando che tutti siano coinvolti nello sforzo collettivo e stiano impegnando al meglio le proprie capacità.
  • Inoltre, i governi hanno accettato di rafforzare tecnologie adeguate e il sostegno finanziario per le nazioni in via di sviluppo in modo tale che possano costruire il loro futuro energetico pulito e sostenibile.
  • Infine, ed è importante, gli stakeholders che non appartengono ai governi e alle parti dell’accordo, mostrano crescente interesse e impegno per abbattere le emissioni di carbonio e per sostenere i governi e le parti nella loro battaglia contro i tragici effetti dei cambiamenti climatici.

Ci aspettiamo che la COP22 di Marrakech acceleri il lavoro sul regolamento e che faccia emergere per le nazioni più sviluppate un realistico percorso al fine di concretizzare il flusso di 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020 a sostegno dell’iniziativa climatica da parte dei paesi in via di sviluppo.

È necessaria una nuova distribuzione degli investimenti su larga scala. Le stime dell’ONU mostrano che il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile richiederà 5-7 mila miliardi di dollari l’anno, una larga parte dei quali dovranno finanziare la transizione a un’economia globale resiliente e low-carbon. Per onorare queste richieste di investimenti, avremo bisogno di guardare a soluzioni di investimento creative, oltre quelle che conosciamo oggi, in cui i flussi provenienti sia dal settore pubblico che dal privato siano allineati e implementati. Questo sta già accadendo, ma c’è bisogno di accelerare. Stando alle informazioni fornite dall’ONU, i flussi finanziari globali degli anni recenti crescono fino poter affermare che nel prossimo futuro potrebbe essere raggiunta la cifra di mille miliardi dollari. Questo vuol dire che i governi, settori multilaterali e privati stanno impegnando decine di miliardi di dollari alla volta in investimenti che hanno a che fare con il clima.

Le fondamenta dell’Accordo di Parigi sono solide e altri aspetti chiave per la nuova casa dell’umanità stanno emergendo. Tuttavia, non possiamo e non dobbiamo fermarci finché il tetto non sarà al suo posto. Questo novembre a Marrakech ci assicureremo che sarà al suo posto, il prima possibile.

Fonte: UNFCCC – http://newsroom.unfccc.int/paris-agreement/paris-agreement-enters-into-force-celebration-and-reality-check/

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