#THINK2030, PER UN’EUROPA SOSTENIBILE

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Nel 2050 i cittadini europei non saranno più in grado di condurre esistenze prospere e salutari in un’Europa pacifica se non ridurranno dell’80% la quantità delle risorse naturali utilizzate per alimentazione, abitazioni, mobilità e altre esigenze legate agli stili di vita. È quanto emerge dal nuovo rapporto #Think2030, un documento che riassume le evidenze indipendenti di oltre 100 esperti di politica di think tank europei, società civile, settore privato e autorità locali.

Alla vigilia del Black Friday, il giorno dell’anno dedicato allo shopping che promuove attivamente un consumismo portato all’eccesso, la piattaforma #Think2030 sottolinea come tutti i dati evidenzino un nuovo livello di urgenza per i politici europei perché mettano la sostenibilità al primo posto nell’anno delle elezioni europee. Il rapporto 30X30 Actions for a Sustainable Europe richiede un piano di alto livello per promuovere un consumo sostenibile, mitigare il cambiamento climatico e arrestare la continua perdita di biodiversità.

“Proteggere la sicurezza, la salute e i posti di lavoro con i mezzi del pianeta è possibile, ma richiederà un cambiamento politico radicale. La buona notizia è che ci sono soluzioni sostenibili che non significano sacrificare la qualità della vita (conquistata a costo di grandi sacrifici) delle persone”, ha dichiarato Celine Charveriat, Direttore esecutivo di IEEP – Institute for European Environmental Policy, il think tank che ha istituito la piattaforma #Think2030.

La piattaforma #Think2030 ha calcolato che una riduzione dell’80% dell’impronta materiale pro-capite*, che richiederebbe una riduzione di una tonnellata all’anno, da qui al 2050, potrebbe essere ottenuta attraverso una maggior efficienza nell’uso delle risorse e con la riduzione del consumo di prodotti non essenziali e con un’elevata impronta in termini consumo di risorse.

Charveriat ha inoltre dichiarato: “Non si tratta di dare la colpa ai consumatori. #Think2030 vuole condividere il corpus completo delle evidenze scientifiche con i politici e fornire loro delle proposte politiche collaudate, in grado di guidare la sostenibilità. Le politiche europee hanno bisogno di andare ben oltre l’etichettatura ecologica e garantire che le prossime generazioni di prodotti siano sicuri e non consumino il pianeta.”

Un uso efficiente delle risorse e una rivoluzione low carbon rappresenterebbero un vantaggio per l’economia europea, con la creazione di nuovi posti di lavoro e il fiorire di nuove opportunità di carriera per i giovani. Il mercato globale dei beni e dei servizi low carbon, stimato a oltre 4,2 trilioni di euro, è in rapida crescita e l’Europa ha l’opportunità di diventare un attore globale nell’innovazione dell’economia circolare.

Charveriat ha quindi concluso: “Un fallimento nell’agire sui consumi implica che la corsa globale alle risorse naturali sarà fuori controllo ben prima del 2050. Non abbiamo più tempo e capitale naturale da sprecare. La nostra stessa pace e sicurezza sono a rischio.”

* Sulla base delle tecnologie attualmente disponili, una tonnellata di impronta materiale (material footprint) rappresenta per esempio: 2500 km di viaggi aerei (un viaggio da Bruxelles a Madrid); 495 km percorsi in macchina (un viaggio da Budapest a Vienna); o 33 kg di carne (circa la metà dell’attuale consumo medio di carne pro-capite in Europa).

 

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