Water Grabbing, la corsa all’oro blu

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Un libro, un progetto multimediale, un viaggio per svelare quello che succede dietro la scarsità delle risorse idriche, e come il climate change giochi un ruolo determinante.

Oro blu, siamo ormai abituati a parlare dell’acqua, soprattutto di quella potabile, in questi termini. Ma quello che forse sfugge è che quando una risorsa vitale diventa scarsa rispetto alle esigenze della società e dell’ambiente, proprio come l’oro del Far West, diventa oggetto di competizione, o di una specie di corsa ad averne per sé il più possibile. Water grabbing vuol dire, letteralmente, accaparramento d’acqua, spiega Emanuele Bompan, giornalista, che insieme a Marirosa Iannelli è autore del libro che porta il nome di questo fenomeno ed è appena uscito per l’editrice Emi, proprio nel giorno della giornata mondiale dell’acqua.
Il libro è una specie di giro del mondo intorno alle corse all’acqua, tra ghiacciai, cantieri per il fracking di shale gas, alluvioni e siccità. Dal Mekong alla Bolivia, dagli Usa all’Italia, dal Golfo del Messico al Sudafrica. Un giro del mondo che mira a sollevare il coperchio sulle “guerre nascoste dell’acqua nel XXI secolo”, come recita il sottotitolo.

Il water grabbing vuole indicare proprio gli arraffatori di acqua, “attori potenti – spiegano ancora gli autori – che sono in grado di prendere il controllo o deviare a proprio vantaggio risorse idriche preziose, sottraendole a comunità locali o intere nazioni, la cui sussistenza si basa proprio su quelle stesse risorse e quegli stessi ecosistemi che sono depredati”. Tutta la faccenda, che è destinata ad avere dimensioni crescenti nel corso degli anni, ruota intorno alla scarsità della risorsa: il 47% della popolazione mondiale, parole dell’ONU, vivrà entro il 2030 in aree a elevato stress idrico, con una conseguente competizione per ottenere il controllo sulla risorsa. Il tema quindi è di grande interesse, e di un’attualità ancora nascosta, nonostante il fatto che la scarsità di acqua a livello globale sia un dato sempre più urgente.

C’è poi un interesse particolare verso questo libro che colpisce chi si occupa di cambiamenti climatici, per almeno tre ragioni. La prima è che il clima ha un ruolo particolare nel definire la scarsità di risorse idriche. Da una parte l’impennata demografica, dall’altra la crescita dei consumi, in mezzo i fenomeni legati al clima: l’aumento della temperatura, la scarsità delle piogge – soprattutto quelle estive – il minore innevamento. Tutto insieme contribuisce a fare dell’acqua scarsa un bene prezioso su cui far scattare la corsa all’accaparramento.

La seconda ragione è che il tema della distribuzione delle risorse idriche, proprio come il climate change, richiede occhi che sappiano guardare l’insieme, il pianeta, e che allo stesso tempo sappiano concentrarsi sulle ripercussioni che sono provocate, in maniera molto concreta e definita, su scala locale. Ci vuole un occhio da geografi, scrive Bompan, per capire bene che se intorno a una diga si scatena una lotta tra popolazioni locali, le cause vanno ricercate anche assai lontano. In altre parole, per capire la complessità di questi problemi è essenziale riuscire a comprendere come fenomeni che stanno cambiando il mondo hanno un impatto locale molto preciso. Il caso dei cambiamenti climatici in merito alle risorse idriche si può disegnare con un circolo vizioso in cui l’aumento della temperatura e dei periodi caldi in alcune aree del pianeta, associato a scarsità di piogge nelle stagioni in cui i bacini idrici ne avrebbero più bisogno per rigenerare le proprie riserve, genera carenza d’acqua proprio nei momenti in cui la società ne vorrebbe di più e ne usa di più, per produrre, ad esempio, energia attraverso centrali idrovore.

Infine, un ultimo aspetto che mette insieme la corsa all’oro blu e il climate change è ancora nella complessità dei due fenomeni che hanno entrambi bisogno di diversi livelli di racconto. Raccontare il clima vuol dire infrangere le barriere di molte discipline e tenere insieme saperi che non erano abituati a parlarsi e a collaborare. Non si capisce il climate change se non si mettono insieme gli aspetti climatici con gli impatti sui diversi settori socio-economici e sui costi che questi possono avere per le società e per l’ambiente. Water Grabbing, da parte sua, non è solo un libro, è un progetto che parte da lontano, che tiene insieme giornalismo, fotografia, saggistica, cartografia. È un viaggio che è iniziato sul web, prosegue con le pagine di questo libro ed è destinato a continuare nelle forme e nei modi che gli autori sapranno scovare.

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