Rischio frane: gli effetti futuri dei cambiamenti climatici

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Negli ultimi anni i terreni di origine vulcanica che ricoprono i versanti e le colline della Campania sono stati spesso interessati da frane. La Campania è infatti una delle regioni più a rischio per questi eventi, tristemente salita agli onori della cronaca nel 1998 con il disastro di Sarno (con oltre 160 vittime e ingenti danni economici), sia per le caratteristiche naturali del terreno, che per l’elevata densità demografica del territorio. Valutare i potenziali effetti dei cambiamenti climatici nel variare frequenza e intensità di tali eventi è diventato quindi un nodo d’importanza cruciale.

La Divisione REMHI è da tempo impegnata su questo fronte con una serie di progetti di ricerca (SAFELAND, INTACT, GEMINA), che prevedono l’utilizzo di diverse metodologie e approcci, come test di laboratorio, monitoraggi sul campo, analisi matematiche e statistiche.
Per questi studi sono state in particolare messe a punto e testate diverse catene di simulazione climatica, che differiscono per i modelli climatici utilizzati, gli strumenti utilizzati per valutare gli impatti (livelli di precipitazione, metodi statistici o modelli fisicamente basati per tener conto di alcune dinamiche chiave, quali fenomeni di traspirazione, infiltrazioni, contenuto di acqua nel suolo, ecc.) e i diversi approcci per correggere il divario nei risultati dei precedenti strumenti e modelli utilizzati.

Un’analisi pubblicata sulla rivista Procedia Earth and Planetary Science (tra gli autori, i ricercatori CMCC G. Rianna, P. Mercogliano, A. Reder della Divisione REMHI) si concentra in particolare sul caso studio di Nocera Inferiore, città campana situata ai piedi dei monti Lattari.

Guarda il video:

I suoi versanti sono ricoperti da depositi di origine vulcanica, risultato delle numerose eruzioni vulcaniche del Vesuvio nel corso degli ultimi 10.000 anni. Tutta la zona è storicamente nota per fenomeni d’instabilità dei suoi versanti, spesso causa d’ingenti danno economici e, talvolta, di vittime fra la popolazione. Si prevede che i cambiamenti climatici possano aggravare tale problematiche.
L’urbanizzazione della regione, destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni, nonché i rischi per beni ed attività economiche, richiede pertanto lo sviluppo di adeguate strategie di adattamento che prevedano adeguati piani di gestione di uso del suolo e del territorio in caso di disastri. A questo scopo, lo studio ha realizzato una catena di simulazione climatica per valutare le potenziali future variazioni nella frequenza degli eventi di frana, per effetto dei cambiamenti climatici.
I risultati hanno evidenziato un aumento nella frequenza dei fenomeni di frana, per diversi scenari e periodi temporali esaminati.

Per approfondire:

Leggi la versione integrale dell’articolo

Il modello di circolazione globale CMCC-CM

Il modello climatico regionale COSMO – CLM

Il progetto INTACT

Il progetto SAFELAND

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