Acidificazione degli oceani: mai così alta

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Il passato potrebbe essere la chiave per prevedere il futuro. Ne sono convinti i ricercatori del team internazionale che di recente ha pubblicato sulla rivista Science un articolo incentrato sull’acidificazione degli oceani, un tema importante, ma spesso trascurato quando si affronta la questione dei cambiamenti climatici.
I ricercatori hanno scoperto che gli oceani di tutto il mondo rischiano di diventare sempre più acidi, e a una velocità superiore a quella sperimentata nel corso dei quattro principali eventi di estinzione degli ultimi 300 milioni di anni, quando l’effetto del naturale aumento del carbonio in atmosfera determinò un innalzamento delle temperature globali.
La ricerca rappresenta il primo studio di questo tipo; i ricercatori hanno realizzato un’analisi approfondita e dettagliatissima dei reperti geologici a disposizione, per ricercare le prove di passati eventi di acidificazione degli oceani nel corso degli ultimi 300 milioni di anni.
Gli oceani sono un elemento fondamentale del ciclo del carbonio: comportandosi come delle spugne, infatti, rimuovono l’eccesso di CO2 presente in atmosfera; l’anidride carbonica si scioglie quindi in acqua formando acido carbonico che si dissocia rapidamente per andare a formare gli ioni bicarbonato e carbonato, liberando ioni H+.
L’acido carbonico in condizioni naturali è neutralizzato dai carbonati di cui sono costituite le conchiglie fossili che si depositano sul fondo marino. Ma se il processo avviene troppo velocemente, può causare un brusco innalzamento del pH, e di conseguenza l’acidificazione delle acque marine. E le conseguenze potrebbero essere drammatiche: se un enorme quantitativo di CO2 è improvvisamente immesso negli oceani, può rimuovere tutto il carbonato utilizzato da coralli, molluschi e alcuni organismi del plancton per costruire le proprie conchiglie e formazioni carbonatiche. Questo è quello che si sta verificando adesso; sulla base delle più recenti stime degli scienziati, negli ultimi cento anni i livelli di anidride carbonica in atmosfera sono aumentati del 30%, facendo aumentare la concentrazione atmosferica di questo gas dai valori preindustriali di circa 285 parti per milione (ppm) agli attuali 393, mentre il pH è diminuito di 0,1 unità, per arrivare al valore di 8,1. “Durante i passati eventi di acidificazione degli oceani si sono sempre evolute nuove specie a rimpiazzare le specie estinte” ha dichiarato Bärbel Hönish, a capo dello studio di Science e paleo – oceanografo alla Columbia University (Lamont – Doherty Earth Observatory), “la vita non era mai stata completamente spazzata via dagli ecosistemi marini. Ma se le emissioni di carbonio di origine antropogenica continueranno ad aumentare a questo ritmo, potremmo assistere alla scomparsa di molti organismi viventi importanti per l’uomo e l’ambiente marino, come per esempio coralli, ostriche e salmoni”.

Leggi tutti i risultati dello studio sul sito dell’Earth Institute Columbia University.

Immagine dell’album Flickr CC dell’ USFWS Pacific.

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