E ora si paga per volare nei cieli europei

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Il dibattito sulla legittimità della decisione Ue di includere le flotte aeree nell’Emission Trading Scheme (ETS) si è riaperto con il nuovo anno. Dal primo gennaio 2012, infatti, le compagnie aeree nazionali o internazionali che arrivano o partono da aeroporti europei dovranno conformarsi alla direttiva EU ETS che richiede loro di acquistare indennità per le emissioni di carbonio superiori al limite assegnato dalla Commissione europea. Molte compagnie aeree e associazioni extra europee (in particolare da Usa, Canada, China e India) stanno cercando di bloccare la decisione sostenendo che si tratti di una limitazione della sovranità dei rispettivi Stati. D’altra parte, però, la Corte di Giustizia europea già in dicembre aveva ufficialmente confermato la validità della direttiva, sottolineando che quando gli aeromobili si trovano fisicamente nel territorio di uno degli stati membri dell’Ue sono soggetti alla giurisdizione dell’Unione.

In Cina, il Financial Science Research Institute afferente al Ministero delle Finanze ha appena diffuso una bozza di legge che prevede un nuovo sistema di tassazione in materia ambientale che dovrebbe entrare in vigore entro il 2015, cioè prima della fine dell’attuale piano quinquennale.

Sulla scia degli incidenti di Fukushima del marzo 2010, il governo giapponese sta riconsiderando la produzione di energia nucleare con l’obiettivo di rafforzare le misure di sicurezza. E così Goshi Hosono, attuale ministro dell’ambiente, ha annunciato il varo di un piano che mira alla prevenzione dei danni ai noccioli dei reattori e del rilascio di sostanze radioattive.

Per maggiori approfondimenti su queste notizie e aggiornamenti sul mercato del carbonio, leggi l’ultimo numero di Climate Policy News, a cura di Marinella Davide.

L’immagine è tratta dall’abum Flickr di caribb

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