10 marzo 2009, UE: Consiglio Economia e Finanze, Bruxelles (Belgio)

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I Ministri dell’Economia dell’UE, riuniti in Consiglio Economia e Finanze (Council of Economics and Finance Ministers – ECOFIN COUNCIL) il 10 marzo, hanno adottato, tra le altre cose, delle Conclusioni sui “Finanziamenti internazionali per i cambiamenti climatici” (“International financing of climate change measures”), in preparazione alla Conferenza della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change – UNFCCC) in dicembre a Copenaghen, dove si dovrebbe conseguire un accordo mondiale sul clima post-2012.

L’UE, secondo il Consiglio ECOFIN, è pronta a rafforzare i flussi finanziari in questa area, rendendoli più trasparenti, e a promuovere un’equa distribuzione degli oneri. [1]

Le Conclusioni adottate, tra le altre cose [2]:

  • esprimono apprezzamento per la recente Comunicazione della Commissione Europea sulla posizione dell’UE riguardo all’accordo di Copenaghen;
  • ricordano che i costi mondiali stimati per far fronte ai cambiamenti climatici sono inferiori ai costi dell’inazione, purché si intraprendano azioni nell’immediato;
  • notano l’esistenza di “opportunità sostanziali di ottenere benefici molteplici” nel far fronte in modo coordinato alla crisi economica mondiale, alla sicurezza energetica e ai cambiamenti climatici;
  • sostengono la posizione che i Paesi industrializzati dovrebbero continuare a svolgere un ruolo di primo piano nella lotta ai cambiamenti climatici, ma sottolineano che anche i Paesi in via di sviluppo, tranne quelli meno sviluppati e gli Stati delle piccole isole in via di sviluppo, dovrebbero impegnarsi con azioni di mitigazione “misurabili, verificabili e rendicontabili”, partecipando anche finanziariamente;
  • sottolineando che l’assistenza finanziaria internazionale ai Paesi in via di sviluppo deve essere efficiente, e perciò legata a risultati effettivi in termini di riduzione delle emissioni indotte dalle misure attuate, sostengono che i Paesi in via di sviluppo di cui sopra “dovrebbero impegnarsi ad adottare o aggiornare entro il 2012 strategie di sviluppo a basse emissioni di carbonio in base a politiche di mitigazione misurabili, verificabili e rendicontabili”; inoltre, “la definizione di tali azioni di mitigazione a livello nazionale dovrebbe essere un pre-requisito per la fornitura del supporto finanziario pubblico internazionale”;
  • sottolineano l’importanza degli strumenti di mercato, quali: il sistema di scambio delle quote di emissione (Emission Trading Scheme – ETS) e il Meccanismo di sviluppo pulito (Clean Development Mechanism – CDM);
  • sottolineano che per finanziare le azioni di mitigazione e adattamento, saranno necessarie appropriate risorse finanziarie domestiche e esterne, sia pubbliche che private, ed evidenziano che il finanziamento privato sarà la principale fonte degli investimenti necessari;
  • sostengono che l’assistenza finanziaria internazionale per i cambiamenti climatici dovrebbe essere attuata attraverso meccanismi che ottimizzano le sinergie con i sistemi di assistenza per lo sviluppo già esistenti;
  • per quanto riguarda l’assistenza ai Paesi in via di sviluppo per adattarsi ai cambiamenti climatici, ne riconoscono la necessità, sottolineano l’importanza dei meccanismi finanziari già esistenti e sostengono che “la creazione di nuovi strumenti dovrebbe essere valutata accuratamente in termini del loro valore aggiunto rispetto alle strutture esistenti e della loro adeguatezza nel contesto di un’architettura finanziaria coerente, e dovrebbe essere presa in considerazione solo in caso di chiara ed evidente necessità”.

 

Fonti:

Ulteriori informazioni: Consiglio dell’Unione Europea – Economia e Finanza (2009).

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