Le politiche sul clima tra incertezze, rischio e aspettative

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I passi in avanti verso la mitigazione dei cambiamenti climatici hanno incontrato ostacoli posti dalle incertezze che circondano gli impatti, le soluzioni e i diversi approcci per valutare i rischi collegati al clima che cambia. Un nuovo articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista Nature Climate Change mostra come ci sia bisogno che questo non avvenga. Ricercatori di istituti italiani prendono in considerazione una sterminata quantità di dati per determinare i modi in cui sia possibile costruire efficienti politiche climatiche utilizzando le nostre attuali conoscenze sulle scienze e l’economia del clima.

 La polarizzazione nel dibattito pubblico e politico sui cambiamenti climatici è stata esasperata dalle incertezze che lo caratterizzano. Da una parte, questo è stato interpretato come una ragione valida per rimandare nel tempo la riduzione di emissioni di gas serra, dall’altra è stato usato come parte di una tesi cautelativa a favore di una stringente mitigazione.

In linea di principio, le politiche climatiche dovrebbero tenere in debita considerazione l’incertezza in merito ai futuri impatti dei cambiamenti climatici e i costi per mitigarli. Tuttavia, la quantificazione di queste incertezze è un lavoro molto complesso e difficile, che richiede la raccolta e l’analisi di molteplici scenari futuri fondati su dati scientifici, modelli e giudizi di esperti.

In che modo possiamo sintetizzare questa enorme mole di informazioni e aggregarla in un insieme di suggerimenti per la realizzazione di politiche che siano capaci di affrontare queste incertezze e i diversi punti di vista che emergono per risolverle?

Questa la domanda alla base dell’articolo “Selection of climate policies under the uncertainties in the Fifth Assessment Report of the IPCC” che, pubblicato online dalla prestigiosa rivista Nature Climate Change, è frutto del lavoro della ricerca scientifica italiana sui cambiamenti climatici e porta le firme dei ricercatori CMCC e FEEM Laurent Drouet, Valentina Bosetti e Massimo Tavoni.

Gli autori hanno preso in considerazione l’enorme quantità di dati utilizzati per la realizzazione dei tre volumi del Quinto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici dell’IPCC, che rappresenta ad oggi la raccolta più esaustiva e aggiornata sulle conoscenze scientifiche in tema di cambiamenti climatici. Sono dati che riguardano gli scenari climatici, le proiezioni di temperatura futura, gli impatti dei cambiamenti climatici e i costi della mitigazione: una straordinaria quantità di informazioni che gli autori hanno tradotto in politiche climatiche utilizzando diversi criteri delle scienze delle decisioni.

Dall’analisi di tutte queste variabili, delle rispettive incertezze e delle valutazioni riguardo ai rischi, nasce uno studio che non ha l’intenzione di definire quale sia la singola politica climatica ottimale. La ricerca, piuttosto, consente ai decisori politici e all’opinione pubblica di tradurre le proprie preferenze sulle incertezze, i rischi e le scale temporali, in segnalazioni e suggerimenti per la realizzazione di politiche climatiche. L’articolo, infatti, mostra come l’incertezza sia davvero un fattore cruciale nella definizione delle politiche climatiche e come i tradizionali metodi utilizzati per affrontare il tema dell’incertezza in questo campo si siano rivelati insoddisfacenti, mentre, inquadrare il tema dei cambiamenti climatici nell’ambito dell’analitica gestione del rischio ci consente di creare un ponte tra gli approcci scientifici, più ispirati al principio di precauzione, e la prospettiva politica, maggiormente ispirata all’efficienza.

L. Drouet, V. Bosetti and M. Tavoni, “Selection of climate policies under the uncertainties in the Fifth Assessment Report of the IPCC”, Nature Climate Change, DOI: 10.1038/nclimate2721

** Questa pubblicazione è frutto di una ricerca che ha ricevuto finanziamenti dal Ministero Italiano dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero Italiano per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare nell’ambito del Progetto GEMINA, dalla Commissione Europea FP7 nell’ambito del finanziamento n. 308329 (ADVANCE) e dallo European Research Council 336703-RISICO a IEFE, Università Bocconi.

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