Ecosistemi costieri: dati, multidisciplinarietà e partecipazione gli ingredienti per salvaguardarli

/
Cosa facciamo
/
Posted on

Tendenze, criticità e nuove sfide per valutare gli impatti che le aree marine e costiere stanno subendo per mano dell’azione umana e dei cambiamenti climatici: una revisione della letteratura scientifica esistente guidata da CMCC@Ca’Foscari evidenzia l’importanza di sviluppare nuovi approcci multidisciplinari, supportati da un’emergente mole di dati e da strumenti in grado di sfruttarla, insieme a una maggiore partecipazione degli enti di gestione nello sviluppo dei modelli e nell’utilizzo dei loro risultati.

La crescente alterazione degli ecosistemi marini e costieri in tutto il mondo sta evidenziando il ruolo cruciale che essi svolgono per le società, regolando il clima, fornendo risorse alimentari e contribuendo al benessere. Sono molteplici i fattori all’origine di tale alterazione, frutto di una complessa interazione tra le pressioni antropogeniche – come lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche, l’inquinamento terrestre e marino, l’acquacoltura – e quelle legate al clima – come l’aumento della temperatura del mare che può provocare ondate di calore marino, l’aumento della frequenza di eventi climatici e meteorologici estremi, l’acidificazione degli oceani.

La comunità internazionale di ricerca sta progredendo nel progettare e testare diversi approcci e strumenti metodologici per una solida valutazione degli impatti scaturiti dall’azione di queste molteplici pressioni che influenzano simultaneamente gli ecosistemi marini e costieri, causando i cosiddetti “impatti cumulativi”. Un recente studio guidato dai ricercatori di CMCC@Ca’Foscari – la partnership strategica tra la Fondazione CMCC e l’Università Ca’ Foscari Venezia – ha analizzato un centinaio di pubblicazioni scientifiche focalizzate sul tema per comprendere, attraverso una revisione della letteratura esistente, quali siano le principali metodologie utilizzate e le sfide attese, al fine di migliorare la valutazione degli impatti cumulativi in ambiente marino costiero.

Il lavoro, pubblicato sulla rivista Science of The Total Environment, ha visto la partecipazione di un gruppo di esperti multidisciplinari afferenti al progetto Marine Coastal Ecosystems Biodiversity and Services in a Changing World (MaCoBioS).

Dallo studio emerge l’importanza di sviluppare approcci valutativi multidisciplinari, supportati da una robusta base di dati e da strumenti in grado di sfruttare questa emergente mole, nonché una maggiore partecipazione degli enti di gestione nello sviluppo dei modelli e nell’utilizzo dei loro risultati. Tra le tendenze emergenti evidenziate dall’analisi emergono le metodologie di Machine Learning, ad oggi sempre più avanzate e possibili grazie alla crescente disponibilità di dati. Tra le criticità emergono un’ancora limitata coerenza nell’uso della terminologia tra i diversi studi sul tema e una scarsa integrazione di valutazioni sulla variazione dei servizi ecosistemici nelle aree marino-costiere. Emerge inoltre la carenza di indicazioni operative indirizzate ai decisori e ai pianificatori, che possano guidare nella gestione delle aree interessate con azioni concrete per la loro salvaguardia.

“È necessario un dialogo più stretto tra la comunità della ricerca e i decisori e i pianificatori per adattare le metodologie dei primi alle esigenze e prospettive dei secondi, ad esempio integrandole nei processi decisionali reali, rendendole così realmente utili per guidare la gestione degli ecosistemi delle aree marino costiere”, afferma Christian Simeoni, dottorando al PhD in Science and Management of Climate Change di Università Ca’Foscari Venezia e CMCC, primo autore dello studio.

“Alla luce della crescente disponibilità di dati osservati e telerilevati, il Machine Learning è un approccio che si aggiunge a quelli esistenti per supportare una migliore investigazione di questi ambienti complessi, nonché per meglio comprendere le relazione tra i diversi elementi che li compongono” aggiunge Elisa Furlan, ricercatrice alla Fondazione CMCC e all’Università Ca’Foscari Venezia. “In una pianificazione di lungo termine, informata dall’integrazione delle simulazioni future fornite dai modelli climatici, nonché dagli scenari “what if” – che simulano diverse opzioni di gestione dell’area per studiarne i possibili effetti e/o benefici- questi strumenti possono aiutare pianificatori e gestori dell’ambiente marino nell’identificazione delle misure di protezione più appropriate, evitando al contempo azioni meno efficaci, che potrebbero anche portare a ulteriori alterazioni degli ecosistemi.”

Per maggiori informazioni:

Christian Simeoni, Elisa Furlan, Hung Vuong Pham, Andrea Critto, Silvia de Juan, Ewan Trégarot, Cindy C. Cornet, Erik Meesters, Catarina Fonseca, Andrea Zita Botelho, Torsten Krause, Alicia N’Guetta, Fabiola Espinoza Cordova, Pierre Failler, Antonio Marcomini, Evaluating the combined effect of climate and anthropogenic stressors on marine coastal ecosystems: Insights from a systematic review of cumulative impact assessment approaches, Science of The Total Environment, Volume 861, 2023, 160687, ISSN 0048-9697, https://doi.org/10.1016/j.scitotenv.2022.160687.

Start typing and press Enter to search

Shopping Cart