“Be bold, often italicized, never regular”

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Intervista di Alessandra Mazzai

Riccia e chiacchierona, rinuncia al sonno ma non alla vita sociale, né allo yoga mattutino. Un’intervista con la dinamica ed energica Francesca Larosa, junior researcher della divisione RAAS.

Cosa fai al CMCC?
Faccio parte del team di ricercatori della Divisione RAAS, dove seguo due progetti collegati a mondo dei Servizi Climatici (EU MACS e CLARA). Sono inoltre al secondo anno del dottorato in Science and Management of Climate Change: la mia ricerca è focalizzata su come l’informazione climatica abbia effetto a vari livelli: micro (individui), meso (organizzazioni), macro (policy).

Quale strada ti ha portato al CMCC?

Lavorando per la FAO a Roma sono approdata in Nicaragua al CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research), dove per 18 mesi mi sono occupata di strategie di adattamento ai cambiamenti climatici. Nel 2017, un bando pre-doc al CMCC che mi ha offerto l’opportunità di rientrare in Europa.

È il lavoro che sognavi da bambina?

A dire il vero, il mio sogno era quello di diventare Presidente della Repubblica (ma sono ancora in tempo!). Posso però dire che ho sempre fatto un sacco di domande, ed è quello che continuo a fare tuttora nell’attività di ricerca, cercando di rispondere a quesiti che non ci siamo ancora posti o a cui abbiamo dato delle risposte poco soddisfacenti.

Ci racconti qual è stato il momento più bello della tua vita da ricercatrice al CMCC?
8 giugno 2017, Glasgow, ECCA 2017 (European Climate Change Adaptation Conference). Ero vestita casualmente di rosa, con una ppt dallo sfondo rosa appositamente studiata per essere coerente con la linea grafica della conferenza (era rosa anche lo sfondo della sala, che imbarazzo!). Immediatamente dopo aver presentato con soddisfazione un mio lavoro, ho ricevuto notizia dell’accettazione al dottorato CMCC-Ca’Foscari! Avevo vinto altri bandi di dottorato, ma volevo quello: al CMCC stavo bene e volevo proseguire la mia collaborazione qui.

Cosa c’è sulla tua postazione di lavoro?

Delle penne colorate stabilo (una mia fissazione), una statuetta di Anakin Skywalker, personaggio di Star Wars (la mia vera passione), un adesivo della NASA che mi ricorda la recente esperienza del Climate Kic InnoSpace Journey e una pianta che, dato il mio scarso pollice verde, viene tenuta in vita dai miei colleghi!

Come vai al lavoro la mattina?
Dopo lo yoga, attraverso a piedi quasi tutta Venezia, ed arrivo a prendere il bus per il VEGA. Una trentina di minuti di passeggiata – con pausa caffè nello stesso bar tutte le mattine – mi aiuta a ricordare il bello che mi circonda: una specie di meditazione dinamica, ma anche l’occasione per fare lunghe telefonate e organizzare la mia vita sociale.

Che cosa fai nel tuo tempo libero?

Suono il violino (ho fatto il conservatorio: lo suono da quando avevo tre anni), parlo, faccio un sacco di aperitivi e viaggio parecchio, avendo molti amici sparsi per il mondo. Non potrei mai rinunciare alla routine mattutina dello yoga e alla mia vita sociale serale: ho scelto, piuttosto, di rinunciare al sonno!

Cinema o letteratura: dacci un titolo e spiegaci perché lo hai scelto

Letteratura (mi piace troppo parlare, non posso andare al cinema perché dovrei stare zitta!). 1984 di George Orwell, perché è perennemente attuale, e Gli inconsolabili, di Kazuo Ishiguro, perché è un labirinto offuscato da un’amnesia… un intreccio surreale che si svela solo alla fine.

Qual è il tuo motto?
Il mio motto è: “Be bold, often italicized, never regular. I miei capelli rappresentano la mia personalità: sono bold e a volte, a seconda del clima, possono diventare un po’ italicized. Non li posso lisciare: se diventano regular non riesco a concentrarmi, perdo il mio potere. Così mi propongo di essere: una persona che ha un impatto, che dà energia, una di quelle che ci si accorge quando esce dalla stanza, perché la festa finisce.

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