Cambiamenti climatici e salute: il contributo del CMCC ai nuovi Rapporti di The Lancet Countdown

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L’insicurezza alimentare aumenta a livello globale in relazione alle ondate di calore estremo; la capacità lavorativa delle persone diminuisce in Europa a causa dello stress da calore. Il contributo del CMCC agli ultimi rapporti di The Lancet Countdown su salute e cambiamenti climatici, pubblicati dalla prestigiosa rivista di scienze mediche.

I cambiamenti climatici stanno compromettendo ogni dimensione della salute, aumentando da una parte la fragilità dei sistemi che la tutelano e incrementando dall’altra la vulnerabilità della popolazione alle diverse crisi cui ci troviamo di fronte. E mentre i Paesi e i sistemi sanitari continuano a fronteggiare le implicazioni per la salute, la società e l’economia della pandemia da COVID-19, del conflitto in Ucraina, della crisi energetica globale e del costo della vita, i cambiamenti climatici continuano a intensificarsi.

Secondo il 2022 Report of The Lancet Countdown on Health and Climate Change: global health at the mercy of fossil fuels, la dipendenza dai combustibili fossili sta aggravando gli impatti sulla salute di queste molteplici crisi.

Questa settima edizione del rapporto, guidata dall’University College London, rappresenta il lavoro di 99 esperti di 51 istituzioni, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e la Fondazione CMCC. Il rapporto presenta 43 indicatori che includono metriche nuove e migliorate per monitorare l’impatto delle temperature estreme sull’insicurezza alimentare, l’inquinamento atmosferico delle abitazioni e la compatibilità dell’industria dei combustibili fossili con un futuro salubre. Il nuovo rapporto è stato pubblicato questa settimana, in parallelo alla pubblicazione da parte della rivista The Lancet Public Health del rapporto regionale 2022 Europe Report of the Lancet Countdown on Health and Climate Change: towards a climate resilient future.

Il ricercatore del CMCC Dr. Shouro Dasgupta è tra gli autori di entrambi gli studi.

Nell’edizione 2022 del rapporto The Lancet Countdown on Health and Climate Change, insieme alla Prof. Elizabeth Robinson – direttore del Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment – il Dr. Dasgupta ha analizzato l’impatto delle ondate di calore sull’accesso al cibo. L’aumento delle temperature e la frequenza delle ondate di calore e della siccità stanno infatti influenzando i raccolti, interrompendo le catene di approvvigionamento e la stabilità delle forniture. Dasgupta e Robinson hanno combinato dati climatici ad alta risoluzione con i dati relativi alle difficoltà di accesso al cibo a livello individuale provenienti da 103 Paesi. Tali indagini sullo stato di insicurezza alimentare si concentrano sui comportamenti e sulle esperienze legati all’alimentazione, associati alle crescenti difficoltà di accesso al cibo a causa della scarsità di risorse. “Abbiamo valutato se la relazione tra insicurezza alimentare e ondate di calore stia cambiando nel tempo”, spiega il Dr. Dasgupta. “Rispetto alla media 1981-2010, l’aumento della frequenza dei giorni colpiti da ondate di calore ha comportato nel 2020 un incremento dell’insicurezza alimentare moderata-grave di 3,7 punti percentuali: circa 98 milioni di persone in più sono diventate vittime di insicurezza alimentare. L’esposizione alle alte temperature e alle condizioni meteorologiche estreme influisce sulla capacità lavorativa delle persone, con conseguente diminuzione del reddito e del potere d’acquisto, compromettendo l’accesso al cibo”.

I due scienziati hanno anche lavorato insieme alla prima edizione del Lancet Countdown in Europe, che rivela allarmanti incrementi dei rischi per la salute, delle vulnerabilità e dell’esposizione agli impatti legati ai cambiamenti climatici in tutta Europa. Hanno così dimostrato che, nella maggior parte del continente, lo stress da calore dovuto ai cambiamenti climatici sta riducendo l’offerta di lavoro (ovvero il numero di ore che un individuo è disposto a lavorare per un determinato salario) nei settori ad alta esposizione, con implicazioni preoccupanti per la salute, la crescita e le disuguaglianze. “Lo stress da calore può influire sulla capacità lavorativa delle persone, sia per l’impatto diretto sulla salute dei lavoratori, sia per la riduzione delle ore di lavoro e della produttività”, commenta Dasgupta. “La perdita di produttività del lavoro non si ripercuote solo sull’economia e sui redditi, ma ha ulteriori implicazioni per la salute. Abbiamo combinato i dati NUTS-2 sull’offerta di lavoro per i settori ad alta esposizione (agricoltura, edilizia, attività estrattive) con i dati ERA5 sulla temperatura e sulle precipitazioni. L’offerta di lavoro in questi settori altamente esposti è diminuita dello 0,98% (16 ore/lavoratore) nel periodo 2016-2019 rispetto al periodo di riferimento 1965-1994, a causa del riscaldamento. La riduzione era stata dello 0,23% (4 ore/lavoratore) nel periodo 1995-2000. Norme per la tutela del lavoro e sistemi di allerta precoce adeguatamente progettati possono ridurre gli impatti negativi sulla salute e sul lavoro legati allo stress da calore”.

 

Per maggiori informazioni

The 2022 report of the Lancet Countdown on health and climate change

 

The 2022 Europe report of the Lancet Countdown on health and climate change

  • The report: van Daalen KR, Romanello M, Rocklöv J, et al. The 2022 Europe report of the Lancet Countdown on health and climate change: towards a climate resilient future. Lancet Public Health 2022; published online Oct 25. https://doi.org/10.1016/S2468-2667(22)00197-9

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