ECCA 2025: Accelerare l’adattamento climatico attraverso la collaborazione, l’innovazione e la comunità

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ECCA2025, organizzata dal CMCC a Rimini, si è appena conclusa, segnando un momento cruciale nel dibattito europeo e globale sull’adattamento climatico. Con oltre 600 partecipanti, tra cui rappresentanti di alto livello provenienti da vari settori e paesi, la conferenza ha messo in luce le esigenze urgenti e le soluzioni innovative che stanno contribuendo a definire il futuro della resilienza climatica.

L’adattamento ai cambiamenti climatici non è una sfida futura, ma una necessità immediata che deve essere affrontata con urgenza e una pianificazione strategica. Come ha affermato il presidente del CMCC Antonio Navarra: “L’adattamento climatico non è uno sprint di 100 metri, ma una maratona”. Le discussioni all’ECCA 2025 hanno evidenziato la necessità di costruire fiducia nella scienza, garantendo che le conoscenze siano affidabili e rilevanti a livello locale e collegandole direttamente alla società e alla politica.

Uno dei temi centrali emersi durante la conferenza è stato il ruolo fondamentale del coinvolgimento delle comunità locali. “Abbiamo bisogno di dati e informazioni scientifici che non solo siano affidabili, ma anche localizzati e rilevanti,” ha affermato Navarra. “Inoltre, dobbiamo andare oltre i dati: dobbiamo collegare i risultati scientifici alla società, alle politiche locali e al consenso pubblico”.

In questo modo, l’adattamento viene inquadrato come un processo che non può essere implementato dall’alto verso il basso, ma deve essere co-creato con le persone che ne risentono maggiormente. “Coinvolgere le persone è fondamentale per garantire che le misure di adattamento non solo vengano implementate, ma anche mantenute nel tempo. Quando i cittadini sono coinvolti, contribuiscono a prendersi cura di tali misure e a sostenerne l’ampliamento. Questo coinvolgimento crea fiducia perché significa che le azioni riflettono le reali esigenze della comunità”, ha affermato Paola Mercogliano del CMCC.

Le sessioni e i casi di studio presentati durante ECCA 2025 hanno sottolineato la necessità di approcci inclusivi e centrati sulle persone, che sia nel ripristino degli habitat costieri o nel potenziamento della citizen science, poiché sono fondamentali per un adattamento efficace.

La collaborazione tra discipline e settori diversi è emersa come un altro elemento fondamentale per un adattamento efficace. Dalla finanza e dalla politica, alla pianificazione urbana, alla salute e persino alle arti, l’adattamento climatico è più efficace quando si uniscono competenze e prospettive diverse. “Un messaggio chiave del nostro panel è l’importanza della collaborazione tra progetti diversi […] Questo approccio collettivo non solo ispira la replicabilità tra le regioni, ma sostiene anche l’obiettivo di resilienza climatica della Missione di adattamento dell’UE”, osserva Elisa Furlan del CMCC. “Ciò che è emerso con forza è il concetto di intelligenza collettiva, in cui i big data, i modelli di intelligenza artificiale e il monitoraggio ambientale si combinano con il coinvolgimento delle parti interessate e le conoscenze locali per plasmare una governance condivisa e una visione unificata dell’adattamento”.

Un approccio incentrato sulle persone non significa rinunciare all’innovazione e alle soluzioni basate su tecnologie avanzate per alcune delle sfide chiave poste dai cambiamenti climatici. Dalle soluzioni basate sulla natura agli strumenti digitali, i progetti reali presentati durante ECCA 2025 forniscono esempi concreti di come la tecnologia, se combinata con le conoscenze locali e la partecipazione della comunità, possa responsabilizzare i decisori e rendere l’adattamento sia attuabile che accessibile.

Come spiega Giovanni Coppini, in riferimento alla tecnologia digital twin del CMCC per la resilienza costiera: “Vogliamo sviluppare un sistema integrato, trasferibile, accessibile, personalizzato e potente, perché l’adattamento costiero è una sfida complessa e le soluzioni devono essere accessibili, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Non si tratta solo di tecnologia, ma anche di coinvolgere le comunità, costruire conoscenza e rendere la scienza utilizzabile per prendere decisioni concrete”.

Questo approccio deve essere adottato in tutto il processo di pianificazione della resilienza, sia per le zone costiere sia per la progettazione delle città del futuro, in modo che la natura sia integrata come elemento centrale.

Dopo ECCA 2025 il messaggio è chiaro: l’adattamento climatico richiede urgenza, collaborazione e inclusività, in cui le soluzioni emergono dal basso, attraverso partnership, innovazione e un impegno condiviso per la resilienza. Nadia Pinardi, direttrice del UN Decade Collaborative Center on Coastal Resilience e membro del consiglio strategico del CMCC, ci ricorda che “l’opinione pubblica è tutto”, sottolineando la necessità di una scienza che sia pratica, inclusiva e profondamente connessa con le realtà locali.

Il CMCC è orgoglioso di aver coordinato questo evento fondamentale che, secondo Giulia Galluccio, direttrice dell’Advanced Training and Education Center del CMCC, può continuare a essere “un catalizzatore per l’azione, il dialogo, l’ascolto profondo e l’ispirazione”, tracciando un percorso ambizioso e radicato nella comunità di adattamento climatico e aprendo la strada al prossimo capitolo.

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