Adora la montagna e non perde occasione per andarci, a piedi o in bicicletta. Sempre che non sia ad arbitrare una partita di basket in giro per l’Italia. Conosciamo meglio Sergio Noce, il “GIS-man” forestale della Divisione IAFES.

Intervista di Laura Caciagli

Cosa fai al CMCC?
Al CMCC mi occupo di tutto ciò che ha a che fare con dati spaziali e geografici, sono un GIS-man! Qui a IAFES – Impacts on Agriculture, Forests and Ecosystem Services studiamo gli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi terrestri; io, essendo laureato in scienze forestali, sono soprattutto interessato alle dinamiche forestali, e cerco di combinare l’analisi spaziale allo studio degli ecosistemi forestali. Quasi tutti i miei studi sono incentrati sull’analisi della distribuzione spaziale delle specie forestali in relazione al cambiamento climatico.

Quale strada ti ha portato al CMCC?
Sono approdato al CMCC all’inizio del 2012, quando si andava costituendo il primo gruppo di ricerca dell’attuale divisione IAFES. Prima lavoravo con tecnico GIS per un’azienda privata di servizi in ambito ambientale di Roma; è qui che ho conosciuto Monia (Santini ndr), lavorando a un progetto comune, e grazie a lei mi si è presentata questa opportunità. Non ci ho messo molto a dire di sì.

È il lavoro che sognavi da bambino?
Sinceramente non ricordo quale lavoro sognassi da bambino, ma sicuramente qualcosa di molto, molto diverso da quello che faccio oggi.

Qual è stato il momento più importante nella tua carriera al CMCC?
Non ce n’è uno in particolare. Tutte le volte che lavoriamo a un articolo scientifico, un momento particolarmente emozionante è quando ti arriva il proof* dell’articolo e puoi vederlo per la prima volta impaginato e dire: “questo è il mio lavoro”. Ogni volta è sempre una grande soddisfazione.

*l’articolo impaginato da rivedere, come apparirà una volta pubblicato online o stampato.

Com’è cambiata la tua giornata lavorativa a causa del COVID-19?
Innanzitutto passo meno tempo in macchina (prima erano ogni giorno due ore di macchina per andare e due ore di macchina per tornare): Viterbo è una città mal servita dai mezzi pubblici, per cui per me che abito a Latina la macchina era purtroppo una scelta obbligata.

Lo smart working mi ha dato la possibilità di perdere meno tempo negli spostamenti, e di investire quel tempo per stare all’aperto, nelle attività che amo di più: una passeggiata al mare, ogni tanto andare in montagna, o un giro in mountain bike prima di mettermi davanti al computer. Mi alzo sempre alle 6:30 come ogni mattina, ma adesso ho due ore in più tutte per me prima di iniziare a lavorare.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Un alberello di legno intagliato a mano, a forma di abete, che viene da un mercatino del porto di Helsinki. Ce l’ho da tanti anni ormai, l’ho sempre tenuto sulla mia scrivania, anche nei miei lavori precedenti, perché per me rappresenta in un certo senso l’anima forestale.

Che cosa fai nel tuo tempo libero quando non lavori?
Oltre alla mountain bike, appena posso adoro andare in montagna, sia a piedi che in bicicletta. In realtà il mio tempo libero è davvero molto poco: durante tutto l’anno, anche adesso in piena pandemia, faccio l’arbitro di serie A di basket, un’attività che porto avanti ormai da 24 anni e che mi porta via davvero tantissimo tempo: tutti i sabati e le domeniche sei sempre in giro per l’Italia, e durante la settimana devi prepararti, passi molto tempo a studiare quello che farai o che hai fatto il fine settimana precedente riguardando i video delle tue partite, o di quelle delle squadre che andrai ad arbitrare. In effetti, più che tempo libero, possiamo considerarlo come un vero e proprio secondo lavoro.

Cinema o letteratura?
Fin da piccolo sono sempre stato appassionato di libri fantasy, ma se dovessi scegliere un solo libro direi La storia infinita. È un libro che mi riporta immediatamente all’infanzia e che ho letto varie volte. Un libro che mi è rimasto nel cuore, senza dubbio il mio preferito.