Mare inquinato: ricerca avanzata a supporto della prevenzione per i disastri. Il caso di Israele.

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Dalla seconda metà di febbraio 2021, una grande quantità di catrame è arrivata sulle spiagge di Israele in conseguenza di una perdita che ha avuto luogo al largo. Il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici ha supportato il  Regional Marine Pollution Emergency Response Centre for the Mediterranean Sea (REMPEC) per simulare la rotta degli idrocarburi a mare.

Un evento che è considerato tra i più gravi episodi di inquinamento mai avvenuti sulle coste israeliane e che ha portato tonnellate di catrame su un’area di più di 170 km di costa. Per limitare gli enormi danni agli ecosistemi marini e costieri e alle comunità locali, le istituzioni nazionali, europee e internazionali si sono mobilitate mettendo in campo le più avanzate ricerche scientifiche e tecnologie disponibili. Il CMCC ha sostenuto il REMPEC, il Centro Regionale di Risposta all’Emergenza per l’Inquinamento Marino nel Mar Mediterraneo istituito dalle Nazioni Unite, e le autorità israeliane per fornire simulazioni di fuoriuscite di petrolio nel Mar Mediterraneo orientale. Poiché REMPEC ha ricevuto una richiesta di assistenza dalle autorità competenti di Israele per quanto riguarda lo spiaggiamento di una grande quantità di catrame, il CMCC, come partner del Mediterranean Operational Network for the Global Ocean Observing System (MONGOOS) e in collaborazione con ORION, ha sviluppato una serie di attività utilizzando il modello MEDSLIK-II per simulare il trasporto della chiazza superficiale governato dalle correnti d’acqua e dal vento nella zona interessata dall’incidente. Le immagini del radar ad apertura sintetica (SAR) dal satellite europeo Sentinel sono state fornite dal partner ORBITALEOS.

“Siamo orgogliosi di offrire supporto alle autorità marittime per rispondere a tale disastro ambientale e per aiutarle nelle indagini che sono finalizzate a identificare gli inquinatori. È un’attività che è parte del nostro contributo al Decennio dell’Oceano e dimostra l’utilità del servizio europeo di monitoraggio dell’ambiente marino Copernicus e del nostro modello comunitario MEDSLIK-II” ha detto Giovanni Coppini che dirige la ricerca CMCC sulle previsioni e le applicazioni oceaniche.

“Durante la fase di emergenza dell’incidente, il modello MEDSLIK-II è stato utilizzato in un modo che si è rivelato utile a prevedere la traiettoria del petrolio su base giornaliera”, spiega Svitlana Liubartseva, scienziata del CMCC. “Il modello è stato utilizzato con set di dati meteo-oceanografici forniti dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (ECMWF) e dal Sistema di analisi e previsione del Mar Mediterraneo (Clementi et al., 2019) mantenuto nel quadro del Copernicus Marine Environment Monitoring Service (CMEMS). Le simulazioni MEDSLIK-II hanno permesso di rappresentare realisticamente le distribuzioni spazio-temporali del materiale inquinante”.

Sui mari di Israele è stata applicata la più avanzata ricerca del CMCC a sostegno della prevenzione delle conseguenze derivanti dalla fuoriuscita di petrolio. In casi come questi, infatti, l’applicazione di innovazioni all’avanguardia, l’utilizzo di dati meteo marini, la disponibilità di strumenti frutto della ricerca più avanzata, sono fondamentali per limitare i danni che questi gravi incidenti causano agli ecosistemi e alle comunità locali.

 

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