Narrare i cambiamenti climatici

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Un viaggio tra giornalismo, data visualization, video games e infografiche per costruire una narrazione sul cambiamento climatico che sia allo stesso tempo accurata e coinvolgente per il pubblico. L’evento del CMCC al Festival Internazionale del Giornalismo, una contaminazione di idee tra esperti d’eccezione nel campo della comunicazione del clima.

I numeri da soli non bastano. Per comunicare al grande pubblico il cambiamento climatico è necessario creare narrazioni che rendano accessibili i dati mantenendo un equilibrio tra il rigore scientifico e la fruibilità da parte di pubblici diversi, esplorando strade per connettere il mondo del giornalismo e la comunità scientifica.

Ne hanno discusso sabato 9 aprile, presso la sala della Vaccara a Palazzo dei Priori a Perugia, al Festival Internazionale del Giornalismo, gli esperti di comunicazione Mauro Buonocore, direttore dell’Ufficio Comunicazione e Media alla Fondazione CMCC, Angela Morelli, CEO e co-fondatrice di InfoDesignLab, Jelena Prtoric, giornalista freelance, e Meera Selva, vicedirettrice del Reuters Institute for the Study of Journalism.

Il panel ha esplorato linguaggi e forme per raccontare il cambiamento climatico e il perché tutti, dalla vita quotidiana alla sfera politica, ne siano coinvolti.
Come viene interpretata la parola ‘narrazione’ da differenti prospettive, professionalità e settori, nella comunicazione di un tema tanto complesso? Per rispondere a questa domanda ciascun esperto ha individuato una parola chiave significativa.

Angela Morelli, scegliendo la parola viaggio e illustrando il ruolo della data visualization come potente strumento comunicativo, ha spiegato che “la rappresentazione grafica dei dati può essere pensata come un viaggio costruito per il pubblico. […]Noi accompagniamo l’utente in questo viaggio di elaborazione e comprensione delle informazioni, di empowerment nel fare scelte informate o nel decidere di attivarsi, che è probabilmente la cosa più importante, ma anche la più difficile”.

Rispondendo alla domanda su quale parola sia per lei rappresentativa del concetto di narrazione riferito al cambiamento climatico, Meera Selva ha scelto diversità. Raccontando l’Oxford Climate Journalism Network che ora dirige, ha affermato: “L’idea è ripensare il modo in cui le redazioni vedono il tema del cambiamento climatico […]: chi racconta le storie sul cambiamento climatico, come viene contestualizzato questo tema, quali punti di vista vengono posti al centro della narrazione. I paesi del sud globale sono il futuro, stanno vivendo ora gli impatti della crisi”.

La narrazione deve essere costruita attorno a due parole interconnesse, dice Jelena Prtoric: interrogarsi e spiegare. Come giornalista investigativo e data journalist, sottolinea che “si tratta di interrogarsi su quello che succede e, se viene fatta una promessa, come ad esempio nel caso del Green Deal Europeo, chiedersi da dove nasce l’idea, come viene attuata, chi ne influenza il dibattito”.

“La mia parola è sistemico” aggiunge Buonocore. “Al CMCC facciamo ricerca multidisciplinare, copriamo tutta la catena della ricerca sul tema, dai modelli, agli impatti, alla valutazione del rischio e in molti diversi settori. Penso che ciò di cui c’è veramente bisogno sia una visione complessiva: non si può rimanere confinati nel proprio settore, bisogna considerare le interazioni e i sistemi”.


Guarda il video dell’evento “Narratives of climate change”

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