Intervista di Selvaggia Santin

Vorrebbe andare sempre per mare. E lo fa per lavoro, in modo sintetico, e nel suo tempo libero, dal vero. Rompe la noia del pendolarismo andando in moto e studia da più di 10 anni i cicloni tropicali e gli eventi estremi. Lo troverete tutte le mattine a controllare lo stato di avanzamento delle simulazioni. Conosciamo meglio Enrico Scoccimarro, ricercatore CMCC alla Divisione scientifica Climate Simulation and Predictions di Bologna.

Cosa fai al CMCC?
Sono ricercatore nella divisione Climate Simulations and Predictions. Nel nostro gruppo di lavoro ci occupiamo delle analisi del clima e della variabilità climatica a diverse scale temporali. Nello specifico, io mi occupo delle analisi degli eventi estremi nel clima presente e negli scenari di clima futuro.
Negli ultimi 10 anni ho studiato i cicloni tropicali e la loro interazione con il sistema climatico nel clima attuale e negli scenari di clima futuro. Mi interesso anche di eventi estremi sul continente europeo, in particolar modo di precipitazioni e ondate di calore per fornire dati e informazioni utili a chi si occupa di impatti non solo sull’agricoltura ma anche sulla salute umana, per esempio.

Quale strada ti ha portato al CMCC?
Ne ho visto la progettazione, la nascita e la crescita. Prima lavoravo più sulla componente oceanica e poi mi sono focalizzato sull’accoppiamento dei modelli oceano e atmosfera e ho proseguito su questo percorso.

È il lavoro che sognavi da bambino?
Direi di sì, in modo diverso rispetto a quello che un bambino può pensare. Ho sempre sognato di lavorare per il mare, sul mare e nel mare in tutte le sue forme. Lo sto facendo in modo sintetico. Grazie ai nostri modelli di simulazione del clima, tutti i giorni mi muovo nel mare in modo trasformato e inimmaginabile per un bambino. Tutti i giorni sono in tutti i mari del mondo. Sono fortunato.

Qual è stato il momento più importante nella tua carriera al CMCC?
Le conferme e la soddisfazione nel mio lavoro avvengono grazie alle pubblicazioni scientifiche. Ogni anno scrivo e aspetto. Quando viene pubblicato un lavoro di una certa rilevanza scientifica, ho la conferma che quello che ho svolto ha un valore. È una soddisfazione non solo personale.
Il mio primo articolo accettato è stato quello che mi ha dato più soddisfazione. Per la prima parte della mia carriera, ho avuto un ruolo tecnico e, solo in seguito, un ruolo scientifico.
Iniziare a scrivere articoli scientifici è stata la chiave di volta del percorso che avevo iniziato molto tempo prima. Ma non lo sapevo ancora fino a che non ho iniziato.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Ci sono molti articoli. Ho 3 computer, le foto dei miei figli, di mia moglie e dei miei amici. Ho dischi pieni di dati: ora ho 6 tera di dati sulla scrivania. E ogni mattina, mi siedo alla scrivania e il mio rituale è controllare lo stato di avanzamento delle simulazioni. Verifico che tutto stia funzionando e la lista delle “cose da fare” lasciata il giorno prima.

Come vai al lavoro la mattina?
Prendo il treno e ci impiego circa un’ora. Ogni tanto vengo in moto per spezzare la noia del treno.

Cosa fai nel tuo tempo libero?
Vado in mare. Faccio qualsiasi cosa legata al mare. Vado in barca a vela, faccio pesca subacquea, giro in gommone possibilmente in compagnia dei miei ragazzi e di mia moglie.

Cinema or literature: give me a title and explain your choice
Preferisco leggere la saggistica o i libri di avventura. Il mio titolo è “Solo intorno al mondo” di Joshua Slocum. Racconta il viaggio di un navigatore solitario che nell’ottocento circumnaviga il globo con una barca a vela.Mi è piaciuto perché misura la differenza della grandezza della potenza tra l’uomo e il mare. Da solo ha affrontato qualcosa di imponente che, commisurato con le risorse del tempo, sembra impossibile. Circumnavigare il globo in solitaria a quell’epoca ha un sapore davvero diverso, rispetto a oggi. Molte scene descritte ti fanno davvero riflettere sul limite uomo/natura. In aggiunta, si legge molto volentieri.