Il comportamento umano è la chiave per ridurre i rischi di alluvione

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Che cosa trasforma un evento naturale, come un’alluvione, in un disastro? Di quali informazioni bisogna tenere conto per valutare i rischi e predisporre strategie e investimenti per ridurre i danni? Secondo un recente articolo pubblicato su Nature Climate Change “Integrating human behaviour dynamics into flood disaster risk assessment”, il comportamento di individui, aziende ed enti governativi – prima, durante e dopo un’alluvione – è un fattore critico che può drammaticamente influenzare l’impatto ma che viene raramente preso in considerazione.

“I modelli usati attualmente stimano il danno in base alle caratteristiche dell’evento alluvionale, non al livello di consapevolezza e al comportamento della popolazione”, spiega  Jaroslav Mysiak, direttore della divisione RAAS del CMCC e coautore dello studio. “Vengono considerati fattori come la profondità di un’alluvione, la velocità, il contenuto trasportato, e così via, ma si tiene poco conto della percezione del rischio e delle misure di protezione adottate (come ad esempio la scelta di stipulare una polizza assicurativa oppure, più semplicemente, di dove si parcheggia l’automobile)”.

Secondo gli autori, lo sviluppo della nuova generazione di modelli di valutazione dovrebbe partire proprio da una migliore conoscenza di come le persone rispondono al danno subito e al rischio. Un obiettivo che richiede una rivoluzione di metodi e criteri per selezionare e raccogliere le informazioni necessarie.

“Queste informazioni non sono di per sé più difficili da raccogliere”, spiega Mysiak. “I modelli che usiamo per la stima dei danni strutturali sono più o meno gli stessi dai decenni. Sono stati perfezionati, abbiamo una conoscenza sicuramente migliore rispetto ad allora, ma la struttura non è cambiata molto: è una funzione che lega le caratteristiche dell’evento alluvionale e l’esposizione a questo nel territorio analizzato. Ora è necessario un salto di qualità per migliorare questi modelli, prendendo in considerazione le risposte individuali al rischio. Non è un’impresa impossibile. Richiederebbe, per esempio, una serie di sondaggi e analisi forensi che ci aiutino a capire qual è la risposta della popolazione, o di determinati gruppi sociali. Dobbiamo cambiare il modo di studiare e interpretare il rischio e predisporre metodi per la raccolta di dati diversi da quelli che abbiamo usato in passato”.

Per maggiori informazioni, leggi la versione integrale dell’articolo:
Aerts J. C. J. H., Botzen W. J., Clarke K. C., Cutter S. L., Hall J. W., Merz B., Michel-Kerjan E., Mysiak J., Surminski S. and Kunreuther H.
Integrating human behaviour dynamics into flood disaster risk assessment
2018, Nature Climate Change, 8, 193–199, doi:10.1038/s41558-018-0085-1

 

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