Xylella: vincere la sfida si può

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“Se la Gioconda fosse in pericolo, non penseremmo che sia un problema solo del Louvre o degli esperti di storia dell’arte, ma dell’umanità intera. Così la Xylella non è un problema che riguarda solo la Puglia e gli agricoltori: il patrimonio paesaggistico del Salento, con i suoi ulivi secolari, è un patrimonio dell’umanità. Il nostro dovere, come scienziati, è aprire più laboratori a cielo aperto in questa regione, e tenere il più possibile alta l’attenzione dell’opinione pubblica su questo tema”. Con queste parole Riccardo Valentini, fisico, esponente del Comitato Strategico della Fondazione CMCC e autore dei report IPCC, ha aperto il suo intervento al convegno “Lotta alla Xylella: le prospettive della ricerca”, organizzato da Coldiretti il 18 luglio 2017 al MUST di Lecce.
Un’intera giornata dedicata alla ricerca per la lotta a Xylella fastidiosa (Xf), il batterio responsabile dell’infezione che causa il disseccamento delle piante di olivo (olive quick decline syndrome, sindrome del disseccamento rapido dell’olivo), con i protagonisti della ricerca salentina.

Sul tema dei vari fattori che influiscono sulla malattia degli olivi, possiamo affermare che la sindrome del disseccamento rapido dell’olivo risente del problema globale dei cambiamenti climatici. “I cambiamenti climatici – continua Valentini – sono ormai una realtà, riguardano tutti noi e hanno delle implicazioni importanti per i nostri ecosistemi. Gli alberi ne risentono molto (può sembrare un’ovvietà, ma gli alberi, a differenza degli animali, non si muovono e non possono immediatamente spostarsi alla ricerca di condizioni più favorevoli). In condizioni di stress idrico dovuto a particolari condizioni climatiche, le difese di una pianta s’indeboliscono: se osserviamo la mappa della mortalità delle piante nel mondo, possiamo osservare che negli ultimi decenni è andata aumentando. Anche qui in Salento, in condizioni di stress, le piante di olivo risulteranno più suscettibili a Xf”.
Per Valentini, quindi, una delle sfide per la ricerca dei prossimi anni sarà chiarire meglio i rapporti fra condizioni climatiche e batterio Xf.
Un altro aspetto cruciale sarà la realizzazione di efficienti sistemi di monitoraggio sul campo per l’identificazione precoce delle piante infette. A tale scopo, il team di ricerca del Prof. Valentini ha messo a punto dei sensori che saranno installati nei prossimi mesi sugli olivi salentini. “Già testati in altri progetti di ricerca (per esempio in Russia)”, spiega Valentini, “i sensori messi a punto dai ricercatori CMCC permetteranno di misurare il trasporto idrico all’interno della pianta, l’umidità del fusto, e le variazioni nella colorazione delle foglie (per la precisione, la misura delle caratteristiche spettrali delle foglie)”.
In questo modo sarà possibile monitorare lo stato di salute delle piante e intervenire tempestivamente, fra l’altro utilizzando una tecnologia all’avanguardia e a basso costo.

All’incontro “Lotta alla Xylella: le prospettive della ricerca” hanno partecipato, oltre a Riccardo Valentini, anche Antonio Pepe (Direttore Distretto Agro-alimentare Regionale), Giuseppe Ciccarella (DISTEBA – Università del Salento), Donato Boscia, Maria Saponari e Nicola Savino (IPSP – CNR Bari, Disspa – Università di Bari e CRFSA), Federico Lanotte (IPSP – CNR Bari), Giovanni Mita (ISPA – CNR Lecce), Giovanna Mangialardi (Ingegneria dell’Innovazione – Università del Salento).
L’introduzione del convegno è stata affidata al Presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno; sono inoltre intervenuti Loredana Capone, Assessore alle Attività Produttive Regione Puglia, e Gianni Cantele, Presidente Coldiretti Puglia.
 La moderazione è stata affidata a Giuseppe Brillante, Direttore Coldiretti Lecce.

Per approfondire:

Leggi anche l’articoloXylella fastidiosa: così la scienza cerca di salvare gli ulivi“.

Il progetto XF – ACTORS: 29 partners per 14 Paesi, un progetto internazionale con coordinamento italiano in cui è coinvolta anche la Fondazione CMCC (lead partner: CNR di Bari, Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante – IPSP)

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