Discutere le prospettive dello sviluppo e della disponibilità dei combustibili alternativi e delle nuove tecnologie in grado di assicurare entro i prossimi 20-30 anni una risposta adeguata alla crescente domanda di energia senza aumentare le emissioni di anidride carbonica, considerando nello stesso tempo i rischi associati alla crisi finanziaria ed economica che potrebbero ridurre le risorse disponibili per l’innovazione tecnologica.
Questi i temi al centro del “Forum Internazionale sulle Tecnologie a basse emissioni e a basso contenuto di carbonio” (Trieste 2-5 aprile 2009), in cui si discuterà a partire da due documenti preparati dall’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) sullo sviluppo delle nuove tecnologie energetiche ( con particolare riferimento all’efficienza, alle fonti rinnovabili, alla cattura e stoccaggio delle emissioni di CO2, al nucleare) e dalla Banca Mondiale sui meccanismi di finanziamento per assicurare lo sviluppo e la disseminazione globale delle nuove tecnologie energetiche.
L’incontro, realizzato in vista del “Summit G8” del luglio prossimo alla Maddalena, e delle riunioni preparatorie “G8 Ambiente” del 22 aprile a Siracusa e “G8 Energia” del 24 maggio a Roma, è una iniziativa del Ministero dell’Ambiente italiano, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, AREA Science Park di Trieste e il CMCC – Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici.
Il Forum riveste un ruolo importante anche in vista della Conferenza sui cambiamenti climatici di fine anno a Copenaghen, che dovrebbe stabilire un accordo più ampio e impegnativo del protocollo di Kyoto.
In particolare, ha rilevato direttore generale del Ministero dell’Ambiente Corrado Clini, “nonostante la crisi economica, i consumi globali di energia continuano ad aumentare nelle grandi economie dell’Asia e del Sud America, sostenuti da un uso crescente dei combustibili fossili che a loro volta trascinano le emissioni globali di CO2 verso livelli insostenibili per la sicurezza del clima: secondo il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici le emissioni globali dovrebbero essere ridotte di almeno il 50% entro i prossimi 30 anni, mentre il trend attuale fa prevedere una crescita di oltre il 60%”.
D’altra parte, osserva Clini, “la domanda di energia cresce in Asia e Sud America per assicurare alla popolazione ed all’economia la disponibilità di energia, che rappresenta una chiave essenziale per lo sviluppo sostenibile e l’uscita dalla povertà. E nessuno può chiedere a questi paesi di precipitare nel sottosviluppo per salvare il pianeta”.
Secondo Clini, “la sfida dei cambiamenti climatici si può vincere solo se la comunità internazionale saprà individuare con urgenza misure finalizzate a sostenere gli investimenti in tecnologie a basso contenuto di carbonio nel mercato globale dell’energia, accompagnate da regole globali e di lunga durata, che dovrebbero includere:
- standard di “intensità di carbonio” per le tecnologie energetiche, da applicare ed aggiornare nell’ambito delle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio;
- un “prezzo del carbonio” da applicare ai combustibili in relazione al loro contenuto di carbonio;
- il superamento delle barriere tariffarie alla diffusione delle tecnologie a basse emissioni;
- incentivi e programmi di finanziamento a lungo termine per lo sviluppo delle “energie pulite” nei paesi in ritardo di sviluppo.
Parteciperanno al Forum rappresentanti di 17 paesi (Australia, Brasile,
Canada, Cina, Corea, Egitto, Francia, Germania, Giappone, Gran
Bretagna, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Sud Africa, USA),
della Commissione Europea, dell’Agenzia Internazionale dell’Energia,
dell’Agenzia delle Nazioni Unite UNIDO, della Banca Mondiale, della
Banca Europea degli Investimenti, della Banca Asiatica degli
Investimenti, dell’OCSE e delle maggiori imprese mondiali dell’energia
e dell’auto.
Per maggiori informazioni, la scheda dell’evento