UE e clima: più parole che fatti

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Il professore Helm afferma che l’impegno dell’Unione di aumentare la riduzione dei gas serra sino al 30 per cento non è credibile, in quanto non si avrà la certezza su quanti paesi parteciparanno effettivamente ad un accordo globale prima del 2012, il che lascia meno di un decennio per un’ulteriore riduzione del 10 per cento in addizione al già ambizioso e significativo taglio del 20 per cento entro il 2020. 

L’autore critica anche l’obiettivo al 2020, spiegando che questo termine è troppo vicino per sviluppare nuove tecnologie e che, alla fine l’obiettivo dovrà essere raggiunto con le tecnologie esistenti, spostando quindi gli incentivi di R&S dalle tecnologie che a lungo termine potrebbero davvero diventare cruciali nel raggiungimento degli obiettivi climatici. 

Lo studio chiede infine l’introduzione di un sistema caps-and-floor, che migliori l’attuale schema dei permessi – basato, secondo l’autore, su una tassa sul carbonio più per motivi politici che per motivi di efficienza – e di una tassa sul carbonio alle frontiere, mentre allo stesso tempo, chiede di investire di più nello sviluppo delle tecnologie Carbon Capture and Storage.

Approfondimenti

  • Scarica il documento: “EU climate-change policy—a critique” by
    Professor Dieter Helm [pdf – 415 Kb]

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