Venezia, 31 Maggio 2010. In un incontro moderato dal Prof. Carlo Giupponi – Coordinatore del Dottorato in Scienza e Gestione dei Cambiamenti Climatici dell’Università di Venezia, Sergio Castellari – IPCC Focal Point per l’Italia e senior researcher al CMCC- si è rivolto alla cittadinanza Veneziana trattando una lezione dal titolo “Cambiamenti climatici e … possibili scenari”, che ha concluso il ciclo di incontri organizzato da Ateneo Veneto e Università Ca’ Foscari sulle tematiche relative al clima.
Lo scienziato, ha spiegato Castellari, si trova spesso a dover controbattere alle dichiarazioni dei negazionisti da un lato e dei catastrofisti dall’altro: i primi, gli “scettici” del clima, fanno appello alle incertezze della scienza e alle conoscenze non ancora consolidate per affermare l’inesistenza di un cambiamento climatico. Gli altri, seguendo le leggi della “notiziabilità” dettate dai mass media, esaltano notizie con poco fondamento e le diffondono, con lo scopo e il risultato di garantire alla testata una certa audience.
La scienza del clima non è un campo senza incertezze, ma c’è un background scientifico che garantisce alcuni punti fermi: il cambiamento climatico è in atto, la causa prevalente è molto probabilmente umana ed alcuni impatti sono inevitabili. E’ essenziale perciò agire fin d’ora su due fronti, quello della mitigazione (riduzione delle emissioni) e quello dell’adattamento ai cambiamenti che ci si troverà ad affrontare.
Secondo Castellari, i fraintendimenti e la manipolazione dei risultati della ricerca da parte dei non esperti sono all’origine della scarsa qualità della comunicazione scientifica in Italia: mancano documentari di alta qualità e strumenti di divulgazione, soprattutto televisiva, che coinvolgano la popolazione istruendola sul tema e stimolandola all’approfondimento.
E come gli scienziati dovrebbero entrare maggiormente in contatto con il mondo dei media, scrivendone in prima persona i contenuti, i politici dovrebbero costruire ponti con il mondo scientifico, per sviluppare sinergie e muovere verso azioni concrete.
Come si diceva, le incertezze sul destino del clima non mancano: le proiezioni climatiche, previsioni delle modifiche del clima nei prossimi decenni, vengono fatte attraverso modelli che si basano sugli scenari di emissioni ritenuti più plausibili. Il presupposto è dunque una corretta previsione delle emissioni di gas climalteranti di origine antropogenica (che dipendono dal comportamento umano) e su questo non si può avere un controllo certo.
Ma il margine di miglioramento dei modelli è molto alto: la sfida è quella di ottenere proiezioni sempre più a breve termine (su orizzonti minori di 30 anni) e sempre più focalizzate territorialmente. Con il progetto CIRCE – Climate change and impact research: the Mediterranean environment – del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici si sta lavorando proprio in questa direzione: nel 2011 il progetto produrrà un modello che permetterà proiezioni del livello del mare nell’area Mediterranea.
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