5 luglio 2009, CARICOM: Dichiarazione sui cambiamenti climatici, Liliendaal (Guyana)

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I Capi di governo della Comunità Caraibica (Caribbean Community – CARICOM), riuniti dal 2 al 5 luglio a Liliendaal per il loro 30° incontro periodico, hanno prodotto una Dichiarazione sui cambiamenti climatici e lo sviluppo (“LILIENDAAL DECLARATION ON CLIMATE CHANGE AND DEVELOPMENT”).

Per quanto riguarda la tematica dei cambiamenti climatici, l’incontro ha permesso di concordare le priorità della regione in vista della prossima conferenza della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change – UNFCCC) in dicembre a Copenaghen. Esse comprendono: riduzione delle emissioni di gas serra (mitigazione), adattamento, trasferimento di tecnologie, energie rinnovabili, conservazione delle foreste e riduzione della deforestazione.

Per quanto riguarda la mitigazione, in particolare, la dichiarazione afferma che tutti i Paesi Membri dell’UNFCCC dovrebbero intensificare urgentemente i propri sforzi per contribuire a raggiungere un ambizioso accordo mondiale sul clima a Copenaghen che stabilisca, tra le altre cose: la stabilizzazione delle emissioni di gas serra a valori tali a limitare l’aumento della temperatura media mondiale a 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali, e la riduzione delle emissioni di CO2 a livello mondiale di almeno il 45% nel 2020 e di più del 95% nel 2050, rispetto ai livelli del 1990.

I Capi di governo della Comunità Caraibica hanno, inoltre, appoggiato la “Caribbean Challenge” nel tentativo di proteggere le risorse marine della regione e nell’adempiere ai propri impegni di gestione basata sugli ecosistemi e nel seguire le raccomandazioni in materia di adattamento in ambito UNFCCC, e nell’attuare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio” (Millennium Development Goal – MDG) legati alla perdita di biodiversità.

La dichiarazione sottolinea, inoltre, la pericolosità degli impatti dei cambiamenti climatici sugli Stati delle piccole Isole in Via di sviluppo (Small Islands and Low-lying Coastal Developing States – SIDS), compresi i Caraibi, e il fatto che molti di questi Stati saranno destinati a scomparire senza “un’azione internazionale urgente e ambiziosa di riduzione significativa delle emissioni di gas serra” e senza il supporto della comunità internazionale “nell’adattamento agli impatti avversi dei cambiamenti climatici”, compresi finanziamenti e tecnologie.

Fonti e ulteriori informazioni:

 

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