
11 dicembre 2009, UNFCCC/KP: prima settimana di lavori della Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, Copenaghen (Danimarca)
Si conclude oggi la prima settimana di lavori della conferenza della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change – UNFCCC) che ha l’obiettivo di definire un accordo mondiale onnicomprensivo sui cambiamenti climatici per il periodo successivo al 2012 (quando termina il primo periodo di impegni del Protocollo di Kyoto), seguendo il processo avviato nel dicembre 2007 con la cosiddetta “Roadmap di Bali” e basandosi sui “pilastri” già delineati nel Piano di Azione di Bali (Bali Action Plan – BAP). La conferenza, che segna un momento definito “storico per la lotta al disastro climatico” dal Segretario Esecutivo dell’UNFCCC, Yvo de Boer, si svolge a Copenaghen fino al 18 dicembre.
Visto lo stato attuale dei negoziati, l’ipotesi di un accordo di natura politica (solo “politicamente vincolante”) nella forma di un pacchetto di decisioni, sembra essere l’esito più verosimile. Ad ogni modo, questa soluzione non escluderebbe l’eventualità di giungere ad un nuovo accordo legalmente vincolante (un nuovo Trattato) in seguito. Tuttavia, ancora può sussistere la possibilità, auspicata alla vigilia della conferenza, di ottenere uno strumento legalmente vincolante nella forma di un nuovo Trattato.
Riguardo ai “pilastri” del futuro accordo (una visione condivisa in merito all’entità delle riduzioni delle emissioni di gas serra per raggiungere l’obiettivo ultimo della Convenzione ; la mitigazione; l’adattamento; il trasferimento di tecnologie; gli aspetti finanziari), rimangono ancora diverse questioni fondamentali da risolvere per sbloccare le negoziazioni. Tra queste vi sono: gli obiettivi di riduzione delle emissioni per i Paesi industrializzati ed economicamente avanzati, le azioni di mitigazione per i Paesi in via di sviluppo (PVS) e i contributi individuali per i finanziamenti urgenti e immediati per i PVS (“fast start funding”), come anche quelli nel lungo termine.
Sui contributi immediati per i PVS, comunque, sembra emergere un generale consenso sulla necessità di mobilitare almeno 10 miliardi di US$ all’anno da ora al 2012 per sostenere le attività di mitigazione e adattamento di tali Paesi. In tal proposito, il Consiglio Europeo ha dichiarato che “l’UE è fiduciosa che si raggiunga un consenso su contributo mondiale di 7 miliardi di Euro all’anno nel periodo 2010-2012”, al quale l’UE intende partecipare nella misura di 2.4 miliardi di Euro all’anno. Per quanto riguarda l’Italia, il Ministro dell’Ambiente, On. Stefania Prestigiacomo, ha evidenziato “il contributo di 600 milioni di Euro in totale nel triennio 2010-2012” deciso dal Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi, a favore dei PVS.
I Paesi industrializzati ritengono che il risultato di Copenaghen in merito agli impegni e alle azioni di mitigazione debba essere coerente nelle due principali tracce negoziali, ovvero nell’ambito della Convenzione e del Protocollo di Kyoto, ed esaustivo ed includere tutti gli Stati membri dell’UNFCCC.
I PVS sono invece decisamente convinti della necessità di mantenere in vita e rafforzare il Protocollo di Kyoto, che prevede una struttura e degli impegni ben definiti e differenziati per i Paesi. Questo avverrebbe tramite un emendamento che stabilisca un secondo periodo di impegni di riduzione delle emissioni di gas serra. Per quanto riguarda l’altra traccia negoziale, i PVS mirano ad ottenere un miglioramento dell’attuazione della Convenzione tramite una serie di decisioni operative sugli elementi essenziali individuati nella Roadmap di Bali. Tuttavia, durante il negoziato, anche tra i PVS sono emerse proposte alternative. Ad esempio, gli Stati insulari, sostenuti dai Paesi Africani meno avanzati, hanno prospettato l’adozione di due strumenti legalmente vincolanti: oltre all’emendamento del Protocollo di Kyoto, un altro Protocollo che lo complementi e lo rafforzi con obiettivi di riduzione più ambiziosi e con una partecipazione più ampia, che include anche i Paesi che attualmente non hanno ratificato il Protocollo. In generale i PVS sono disposti ad impegnarsi in azioni di mitigazione solo a fronte di sostegno finanziario certo da parte dei Paesi industrializzati. In proposito, sono stati annunciati obiettivi volontari di limitazione delle emissioni da parte di alcuni Paesi con economie emergenti, come Cina, Brasile ed India, anche se non è chiaro quanto questi possibili obiettivi volontari siano legati al sostegno finanziario richiesto.
Aspetti tecnici
I negoziati a Copenaghen stanno avvenendo nell’ambito del Gruppo ad hoc sull’azione di cooperazione di lungo periodo della Convenzione (AWG-LCA ) e del Gruppo ad hoc sugli ulteriori impegni per i Paesi dell’Allegato I del Protocollo di Kyoto (AWG-KP ). I lavori dei due AWG continueranno fino a martedì 15 dicembre, dopodiché le decisioni spetteranno al segmento di alto livello Ministeriale e, in ultima battuta, agli oltre 100 Capi di Stato e di Governo, attesi per la conclusione della conferenza .
L’obiettivo dell’AWG-LCA è quello di produrre un testo concordato nella forma di bozze di decisioni, partendo dai non-papers recentemente prodotti, da sottoporre alla Conferenza delle Parti (COP) che si riunirà sabato. Fino a giovedì sera tutti gli elementi essenziali della Roadmap di Bali erano in discussione nella forma di bozze di testo, discusse nell’ambito di “drafting groups” informali (cioè riservati solo ai Paesi membri dell’UNFCCC). In particolare, per gli aspetti finanziari è stato presentato un diagramma illustrativo della possibile struttura istituzionale dell’architettura finanziaria del futuro accordo. Inoltre, alcune questioni trasversali ai drafting groups vengono discusse in maniera congiunta. Tra queste, esiste una divergenza sulla collocazione della discussione sul sostegno finanziario delle azioni nazionali di mitigazione per i PVS; lo stesso conflitto sussiste per il sostegno finanziario dell’adattamento. In merito allo sviluppo e al trasferimento di tecnologie, è in discussione una bozza di testo che prevede, tra l’altro, un possibile nuovo meccanismo tecnologico che comprenderebbe l’istituzione un nuovo organo esecutivo e di una nuova “rete consultiva per le tecnologie climatiche” .
L’obiettivo dell’AWG-KP è quello di definire gli ulteriori impegni dei Paesi industrializzati che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto, sviluppando proposte di emendamenti del Protocollo di Kyoto e definendo gli impegni di riduzione delle emissioni quantificati per i Paesi industrializzati nel periodo post-2012 (procedendo su quattro fronti: obiettivi di riduzione delle emissioni per i Paesi industrializzati singolarmente e in aggregato, “altre questioni”; “potenziali conseguenze”; aspetti legali). Lavorando sulla base della documentazione preparata per facilitare le negoziazioni , il gruppo dovrà ovviare finalmente alla mancanza di un testo negoziale formale, e presentare alla Conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto (CMP) bozze di decisioni o bozze di emendamenti del Protocollo. Nel caso in cui non riuscisse in questo, dovrebbe almeno elaborare una bozza di testo con un numero contenuto di opzioni chiare e ben definite, da sottoporre al vaglio dei Ministri.
Al momento entrambi gli AWG stanno lavorando per poter giungere a proposte di testi finali.
Le plenarie delle CMP e COP sono state momentaneamente sospese fino a sabato per risolvere alcune divergenze di natura procedurale relativamente alle proposte di emendamenti del Protocollo di Kyoto e di nuovi Protocolli della Convenzione.
- Documenti della conferenza: UNFCCC “Conference Documents COP 15”
- Programma della conferenza: UNFCCC “Conference Programme COP 15”
- Earth Negotiations Bulletin (ENB)
- Blog “ClimateScience&Policy” del CMCC.