Le questioni rilevanti per i cambiamenti climatici affrontate dai Ministri dell’Ambiente dell’UE nel corso del Consiglio Ambiente del 20-21 ottobre, riguardano: [1], [2]
- la posizione dell’UE nei negoziati internazionali sui cambiamenti climatici
- il pacchetto energia-clima
- Posizione dell’UE nei negoziati internazionali sui cambiamenti climatici
Il Consiglio ha tenuto un dibattito politico di orientamento sull’architettura finanziaria di un futuro accordo internazionale per la lotta ai cambiamenti climatici, inclusi i principi di definizione e attuazione, gli strumenti, compreso il Global Environment Facility (GEF), e la possibilità di condizionalità, specialmente per i grandi Paesi emergenti. In seguito, i Ministri hanno adottato delle conclusioni sulla posizione che sarà adottata dall’UE durante il processo negoziale in corso su un accordo internazionale sui cambiamenti climatici per il periodo successivo al 2012, e in particolare, durante la prossima conferenza della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change – UNFCCC) a Poznań, in dicembre 2008.
Concordando sulla necessità di accelerare i lavori verso l’accordo di Copenaghen, i Ministri dell’UE hanno riaffermato l’impegno a cooperare con gli altri Paesi dell’UNFCCC a Poznań per passare da una fase di discussione ad una fase negoziale. Nelle conclusioni adottate, il Consiglio Ambiente ha ricordato i risultati dell’IPCC, in base ai quali i Paesi industrializzati dovrebbero ridurre complessivamente le loro emissioni di gas serra del 25-40% nel 2020 rispetto al 1990 e dell’80-95% nel 2050 rispetto al 1990, per mantenere l’aumento delle temperature rispetto ai valori pre-industriali al di sotto dei 2°C. I Ministri hanno apprezzato l’accordo dei Capi di Stato del G8 di prendere in considerazione, insieme ai Paesi dell’UNFCCC, l’adozione di un obiettivo di riduzione delle emissioni globali di almeno il 50% nel 2050. Hanno anche richiamato l’obiettivo fissato dall’UE di riduzione delle proprie emissioni di gas serra del 30% nel 2020 rispetto al 1990 nel contesto in un futuro accordo onnicomprensivo sui cambiamenti climatici che veda impegni e contributi analoghi da parte degli altri Paesi industrializzati e con economie emergenti e l’obiettivo unilaterale di riduzione dell’UE del 20% nel 2020 rispetto al 1990. In base a recenti ricerche scientifiche, ha osservato il Consiglio Ambiente, anche i Paesi in via di sviluppo, e specialmente quelli più avanzati tra di essi, dovrebbero ridurre complessivamente le loro emissioni del 15-30% rispetto allo scenario business as usual, nel rispetto del principio delle responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità. Rimane un punto fermo che i Paesi meno sviluppati non dovrebbero essere soggetti a impegni obbligatori. Sottolineando la necessità di un sistema robusto di misura, resoconto, verifica e supporto delle azioni di mitigazione nei Paesi in via di sviluppo, il Consiglio Ambiente ha proposto di istituire un’apposita collaborazione (cooperative partnership).
I Ministri dell’Ambiente dell’UE hanno inoltre, ricordato la necessità di lavorare di concerto con l’Organizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile (International Civil Aviation Organisation) e l’Organizzazione Internazionale Marittima (International Maritime Organisation) per decidere e attuare appropriate misure di controllo delle emissioni di gas serra dai rispettivi settori.
E’ stata ribadita l’importanza della riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado delle foreste (Reducing Emissions from Deforestation and forest Degradation – REDD) sia a Poznań sia a Copenaghen e menzionata la recente Comunicazione della CE sulla deforestazione (si veda la sezione NOTIZIE, “UE: pacchetto della Commissione Europea sulle foreste”).
E’ stata sottolineata l’importanza di fare progressi a Poznań nell’istituzione di un quadro d’azione sull’adattamento ai cambiamenti climatici e nell’esame delle componenti di un contesto per il miglioramento delle tecnologie, confermando l’impegno a promuovere investimenti nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica nei Paesi in via di sviluppo.
Per quanto concerne l’aspetto finanziario, i Ministri hanno affermato che è fondamentale che a Poznań si identifichino i principi e i criteri dell’architettura del futuro accordo internazionale sui cambiamenti climatici, inclusa la necessità di efficienza, equità, trasparenza e legittimità. [4]
- Pacchetto energia-clima
Dopo aver ascoltato un aggiornamento della Presidenza sui progressi fatti relativamente al pacchetto legislativo energia-clima, e la presentazione della recente Comunicazione della CE sulla deforestazione (si veda la sezione NOTIZIE, “UE: pacchetto della Commissione Europea sulle foreste”), i Ministri hanno discusso alcuni aspetti salienti del pacchetto, che comprende:
- la revisione del Sistema comunitario di scambio delle quote delle emissioni di gas serra (European Union Emissions Trading Scheme – EU‐ETS), con una Direttiva che modifica la Direttiva 2003/87/EC per migliorare ed estendere l’EU‐ETS;
- gli sforzi condivisi al di fuori dell’EU‐ETS, con una decisione sugli sforzi di riduzione delle emissioni di gas serra da parte degli Stati Membri dell’UE per adempiere agli impegni di riduzione dell’UE nel 2020;
- una Direttiva sulla promozione dell’uso di energia proveniente da fonti rinnovabili;
- una Direttiva sulla cattura e il confinamento geologico di anidride carbonica (Carbon Capture and Storage – CCS).
La discussione ha fatto emergere chiaramente la volontà di giungere ad un accordo sull’intero pacchetto entro dicembre 2008. Inoltre, ha mostrato in particolare che, riguardo alle misure applicabili al settore energetico nell’ambito dell’EU‐ETS, il tasso di vendita all’asta dei permessi di emissione del 100% è stato accettato dalla maggior parte dei delegati, tuttavia vi sono alcune situazioni specifiche che potrebbero giustificare deroghe di durata ed estensione limitate. Anche riguardo al rischio di “carbon leakage”, vale a dire lo spostamento delle attività delle industrie ad alta intensità energetica al di fuori dell’UE, il Consiglio ha mostrato la propria determinazione a fornire risposte concrete ai problemi che potrebbero sorgere da questo aspetto, e ha esaminato la necessità di introdurre criteri quantitativi e qualitativi in opportuni periodi di tempo e disposizioni per i settori più esposti alla concorrenza mondiale.
Poiché le pertinenti Commissioni del Parlamento Europeo hanno già votato su tutti gli elementi del pacchetto e tenendo conto delle conclusioni del Consiglio Europeo del 15-16 ottobre , la Presidenza continuerà a perseguire l’obiettivo di giungere ad un accordo in prima lettura tra il Consiglio e il Parlamento prima della fine dell’anno, soprattutto in vista della conferenza di Poznań. [5]
Il Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon, commentando le conclusioni del Consiglio Europeo del 15-16 ottobre, aveva espresso la speranza che, nonostante la crisi finanziaria, l’UE non perda il proprio ruolo di leadership riguardo ai cambiamenti climatici, e giunga in tempi brevi alla conclusione del pacchetto sulla politica climatica e energetica. [3]
– Fonti e ulteriori informazioni:
- [1] Presidenza dell’UE (6 ottobre) “Riunione del Consiglio Ambiente”
- [2] Commissione Europea (17 ottobre) “Preparation Environment Council, 20-21 October 2008”, riferimento MEMO/08/635
- [3] ONU (17 ottobre) “SECRETARY-GENERAL, CONCERNED ABOUT FINANCIAL CRISIS, URGES EUROPEAN UNION NOT TO LET IT HAMPER MOMENTUM OF BRUSSELS LEADERSHIP ON CLIMATE CHANGE”, riferimento Secretary-General SG/SM/11868 ENV/DEV/1010
- [4] Consiglio Europeo (20 ottobre) “Council Conclusions on preparations for the 14th session of the Conference of the Parties (COP 14) to the United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) and the 4th session of the Meeting of the Parties to the Kyoto Protocol (CMP 4) (Poznań, 1 to 12 December 2008)”
- [5] Consiglio Europeo (23 ottobre) “Main results of the Council – PROVISINOAL VERSION”, riferimento 13857/08 (Presse 282)