26 maggio 2010, UE: la Commissione studia le opzioni per passare al 30% di tagli alle emissioni entro il 2020

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La Commissione Europea ha pubblicato il giorno 26 maggio una comunicazione con cui diffonde i risultati di uno studio dei costi, dei benefici e delle possibili opzioni per un eventuale rafforzamento dell’impegno unilaterale di riduzione delle emissioni di gas serra dell’UE, portandolo dal 20% al 30% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020. Al momento, tuttavia, non sembrano sussistere le condizioni necessarie per il passaggio ad un obiettivo più ambizioso. 

La comunicazione, intitolata “Analisi delle opzioni per passare oltre il 20% di riduzione delle emissioni e valutare il rischio di fughe di carbonio” (“Analysis of options to move beyond 20% greenhouse gas emission reductions and assessing the risk of carbon leakage”), accompagnata da altri 2 documenti tecnici, è volta a promuovere un dibattito informato tra gli Stati Membri e a riferire alle altre istituzioni europee che lo prenderanno in esame. 

L’obiettivo del 20%

Per quanto riguarda il raggiungimento dell’attuale obiettivo del 20% di riduzioni da raggiungere entro il 2020, la comunicazione chiarisce che i relativi costi assoluti sono scesi da 70 a 48 miliardi di Euro all’anno dal 2008, a causa di vari fattori diretti ed indiretti che hanno influenzato l’attività industriale. Tuttavia, la situazione di contrazione economica ha allo stesso tempo ridotto le capacità di innovazione tecnologica delle industrie nel breve periodo.

In tale contesto, in cui l’incremento dei prezzi del petrolio ha portato ad un calo della domanda di energia ed i prezzi del carbonio rimarranno probabilmente bassi in futuro, l’obiettivo del 20% non si dimostra un incentivo sufficiente per stimolare il cambiamento e la modernizzazione dell’economia dell’UE e, in ultima analisi, per conseguire l’obiettivo di riduzione delle emissioni di lungo termine (80-95% entro il 2050).

L’obiettivo del 30%

L’obiettivo del 30% di riduzioni entro il 2020 è stato proposto dall’UE nel 2007, a condizione che le altre grandi economie diano il loro equo contributo nell’ambito di un accordo mondiale sui cambiamenti climatici. Secondo la comunicazione, il passaggio al 30% implicherebbe un costo addizionale rispetto all’obiettivo attuale equivalente a 33 miliardi di Euro (0,2% del PIL), per un costo totale di 81 miliardi di Euro all’anno da qui al 2020 (0,54% del PIL).

A questo fine, la comunicazione prospetta una serie di opzioni nell’ambito del sistema europeo di scambio delle emissioni (European Union Greenhouse Gas Emission Trading System – EU-ETS) e negli altri settori.

“Fughe” di carbonio

La comunicazione affronta la questione del rischio di “fughe” di carbonio che interessa le industrie ad alta intensità energetica, ovvero la possibilità che queste rilocalizzino la loro produzione dall’UE verso Paesi in cui le regole per le emissioni di gas serra siano meno stringenti. In conclusione, le misure correnti per evitare tale rischio si dimostrano giustificate e andrebbero mantenute anche nel caso di un passaggio al 30%. Uno specifico rapporto sarà rilasciato alla fine di giugno 2010.

– Fonti:

– Ulteriori informazioni:

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