9 giugno 2009, UE: Consiglio Economia e Finanza (ECOFIN), Lussemburgo

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I Ministri dell’UE responsabili dell’Economia e della Finanza si sono riuniti in Lussemburgo per l’ultimo Consiglio Economia e Finanza (ECONOMIC and FINANCIAL AFFAIRS COUNCIL – ECOFIN) sotto la Presidenza Ceca. Il Consiglio ha preparato, come richiesto, alcuni dossier in vista del prossimo Consiglio Europeo (18-19 giugno), e uno essi uno è dedicato al finanziamento internazionale della lotta ai cambiamenti climatici. [1]

Le Conclusioni adottate dal Consiglio sul finanziamento internazionale della lotta ai cambiamenti climatici intendono contribuire allo sviluppo della posizione dell’UE riguardo al regime post-2012, in preparazione alla Conferenza della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change – UNFCCC) in dicembre a Copenaghen dove si dovrebbe concludere un accordo internazionale onnicomprensivo di risposta ai cambiamenti climatici che succeda al Protocollo di Kyoto.

I Ministri hanno raggiunto un consenso su aspetti concreti dell’architettura finanziaria che dovrebbe sostenere le politiche climatiche. Hanno anche concordato i principi fondamentali della distribuzione  mondiale dei costi di tale supporto. In questo modo, i Ministri delle Finanze hanno inviato un importante segnale ai Paesi terzi in vista delle prossime negoziazioni. [2]

Le Conclusioni sottolineano che, per mantenere il limite dei 2°C, sarà necessario l’impegno da parte di tutti i Paesi nella mitigazione e ribadiscono che i Paesi industrializzati dovrebbero stabilire obiettivi ambiziosi legalmente vincolanti di riduzione delle emissioni di gas serra nel medio e lungo periodo, mentre i Paesi in via di sviluppo, dovrebbero intraprendere adeguate azioni e politiche per contenere le proprie, con il supporto dei Paesi industrializzati.

Secondo il Consiglio, inoltre, le risorse per la mitigazione dei cambiamenti climatici dovrebbero derivare principalmente dal settore privato, che dovrebbe essere guidato da appropriate politiche e norme, e comunque affiancato specialmente in alcuni settori dal supporto pubblico. Gli investimenti e i finanziamenti pubblici saranno necessari anche per l’adattamento e per accelerare la ricerca e lo sviluppo e la dimostrazione delle tecnologie pulite avanzate.

Tutti i Paesi, eccetto quelli meno sviluppati, dovrebbero contribuire in parti eque al finanziamento internazionale dell’azione climatica nei Paesi in via di sviluppo”, in base ai principi di base della capacità di pagare e della responsabilità delle emissioni, affermano le Conclusioni.

Secondo i Ministri, inoltre, l’attuazione del finanziamento internazionale della lotta ai cambiamenti climatici, sia per la mitigazione, sia per l’adattamento, dovrebbe basarsi sulle istituzioni e sugli elementi esistenti, eventualmente riformati, prima di introdurre nuovi meccanismi.

Infine, le Conclusioni riaffermano che nel contesto di un accordo mondiale esaustivo sul clima, l’UE è pronta a farsi carico dei propri giusti oneri e incoraggiano gli altri Paesi a fare altrettanto. [3]

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Fonti e ulteriori informazioni:

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