Alpi: nuove linee guida e strumenti per adattarsi ai cambiamenti climatici

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Come integrare il tema dei cambiamenti climatici nella pianificazione territoriale, accrescere la consapevolezza tra gli attori locali, e garantire una gestione del territorio resiliente ai cambiamenti e più sostenibile: i risultati dello studio del team di ricercatori di CMCC e ISIRES, nell’ambito del progetto europeo Interreg ALCOTRA-ARTACLIM

Lo studio del team di ricercatori della Fondazione CMCC Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e dell’Istituto Italiano Ricerca e SviluppoISIRES S.r.l., nell’ambito del Progetto Europeo Interreg ALCOTRA-ARTACLIM, ha analizzato come gli effetti dei cambiamenti climatici in atto e attesi per i prossimi decenni potranno influenzare i 45 comuni della Zona Omogenea del Pinerolese (ZOP), a sud-ovest del capoluogo piemontese. L’esito dell’attività di ricerca-azione svolta negli ultimi mesi contiene un’innovativa metodologia per la valutazione della vulnerabilità ai cambiamenti climatici del territorio, utile per identificare possibili soluzioni resilienti per le Valli del pinerolese.

Tra i risultati più interessanti dello studio, emergono indubbiamente le variazioni climatiche attuali e future nella zona: oltre a un generale aumento delle temperature, più pronunciato se si considera uno scenario futuro molto energivoro, è anche previsto un incremento delle ondate di calore (giorni con temperatura massima maggiore di 35°C) e delle cosiddette “notti tropicali” (dove la minima non scende al di sotto dei 20°C), soprattutto nell’area pianeggiante pinerolese. In inverno, i giorni di “freddo” tenderanno a ridursi, con tendenze sempre più rare del termometro ad abbassarsi sotto lo zero termico, in particolare nelle aree alpine. Poco confortante anche il trend delle precipitazioni, progressivamente sporadiche nel lungo termine, ma nel contempo caratterizzate da un aumento dell’intensità e dei massimi giornalieri, soprattutto in pianura dove gli effetti di questi eventi estremi e violenti sono spesso già evidenti. Da queste osservazioni, il team ha avviato un lavoro approfondito di analisi che ha condotto all’individuazione delle debolezze e delle ricadute sul territorio, al fine da incoraggiare possibili approcci migliorativi e più consapevoli.

Ne è emerso un quadro articolato e documentato che si concentra in particolare su alcuni impatti di rilievo per la pianificazione del territorio, dell’ambiente e delle risorse locali: dalle variazioni di intensità e distribuzione dei rischi naturali (inondazioni e piene, frane, valanghe e incendi) tra i 45 comuni della ZOP; agli effetti sempre più evidenti su alcuni centri abitati particolarmente esposti e sul funzionamento di certe infrastrutture molto vulnerabili; sino alle ricadute sul turismo, tanto invernale quanto estivo, per via delle variazioni climatiche sempre più distanti dall’immaginario sciistico della zona alpina e progressivamente più caratterizzate da ondate di calore ed eventi estremi.

Per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, la Zona Omogenea del Pinerolese dovrà quindi lavorare su più livelli, tenendo conto che seppur meno rilevante in alcune fasce, la condizione di rischio climatico per l’intera area oramai non è più considerabile come nulla. L’affidabile valutazione della vulnerabilità e del rischio condotta dagli esperti di CMCC e ISIRES infine individua una serie di raccomandazioni di medio e lungo termine per contenere il rischio, integrare il tema dei cambiamenti climatici nella pianificazione territoriale, accrescere la consapevolezza tra gli attori locali, e garantire una gestione del vasto territorio delle valli pinerolesi resiliente ai cambiamenti e più sostenibile.

La Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici è coinvolta nelle attività del progetto ARTACLIM con il team di ricercatori della Divisione scientifica REMHI; responsabile scientifico per il progetto è Paola Mercogliano, Direttore della Divisione REMHI. Il CMCC in particolare si è occupato di elaborare uno studio di vulnerabilità del territorio alpino ai cambiamenti climatici sulla base di alcuni indicatori climatici estremi, valutati a partire da modelli climatici ad alta risoluzione; sono stati presi in esame le ricadute sul settore turistico, su infrastrutture e centri abitati. Maggiori informazioni sulle attività del CMCC nell’ambito del progetto sono disponibili qui.

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