Cibo: i cambiamenti climatici aggravano il divario tra Nord e Sud del Mediterraneo

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Il futuro dei sistemi agroalimentari del Mediterraneo è fortemente influenzato dalle pressioni esercitate dai cambiamenti climatici. Dalla scarsità d’acqua alla transizione nutrizionale, uno studio guidato dalla ricercatrice CMCC Marta Antonelli evidenzia la diversità delle sfide che caratterizzeranno i Paesi del Sud e del Nord del Mediterraneo e propone possibili risposte con cui la politica può farvi fronte.

La regione mediterranea è ampiamente riconosciuta come una delle più esposte del mondo alle conseguenze dei cambiamenti climatici, della scarsità d’acqua, della perdita di biodiversità e del degrado del territorio, unitamente alla transizione nutrizionale delle sue popolazioni. Queste sfide del sistema agroalimentare, complesse e strettamente interconnesse, non possono essere affrontate in modo isolato: uno studio guidato da Marta Antonelli, ricercatrice alla Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici le mette a sistema, esamina in modo esaustivo alcune delle più urgenti sfide sociali, economiche e ambientali legate all’alimentazione nell’area mediterranea.

Lo studio contribuisce a migliorare la comprensione delle dinamiche agroalimentari del Mediterraneo per valutare i progressi nel percorso della regione verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. I risultati empirici si basano su un’indagine Delphi – un metodo di indagine sociale iterativo per la raccolta di opinioni – condotta tra il 2017 e il 2018 a partire dalle testimonianze di circa 60 professionisti, esperti e accademici provenienti da 19 Paesi del Mediterraneo.

Lo studio, adottando una visione integrata e completa del sistema agroalimentare, ha in primo luogo identificato le principali sfide, tendenze e gli elementi trainanti dei sistemi agroalimentari del Mediterraneo nel breve (2020) e medio (2030) termine. 

I risultati suggeriscono che il divario tra i Paesi del Sud (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia) e del Nord del Mediterraneo (Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna) in termini di sfide poste dalla gestione dell’acqua, dai sistemi agricoli e dalla catena del valore agroalimentare è destinato ad aumentare. Gli esperti concordano sul fatto che i cambiamenti climatici giocheranno un ruolo fondamentale nel futuro di entrambe le sponde del Mediterraneo, ma con un impatto diverso nelle due regioni. Le prospettive sono più pessimistiche per il Sud che per il Nord e, anche se quest’ultimo è ritenuto in grado di affrontare – sebbene non di invertire – le attuali tendenze negative e di rafforzare quelle positive, le molteplici sfide a cui è esposto il Sud rendono il bilancio complessivo preoccupante.

In particolare, persisteranno nel Sud del Mediterraneo, sia nel breve che nel medio termine, le sfide legate all’acqua, dovute al previsto aumento del prelievo annuale di acqua dolce da parte dell’agricoltura.

Anche le sfide legate alla nutrizione eserciteranno una pressione crescente, soprattutto nei Paesi del Sud del Mediterraneo. Le tendenze alimentari mostrano l’abbandono della dieta mediterranea – che è stata riconosciuta come portatrice di benefici sia per la salute umana che per quella del pianeta – per effetto di influenze di molteplici fattori, tra cui i cambiamenti nello stile di vita, la globalizzazione alimentare e fattori socio-culturali. Secondo gli esperti, la diffusione del sovrappeso è destinata ad aumentare.

Inoltre, gli esperti hanno evidenziato che la vulnerabilità ai cambiamenti climatici interesserà in modo significativo sia il Nord che il Sud della regione, soprattutto nel lungo periodo: i cambiamenti climatici aggravano infatti le pressioni ambientali esercitate dai cambiamenti nell’uso del suolo (come l’urbanizzazione e l’intensificazione dell’agricoltura), dall’inquinamento e dal declino della biodiversità, che probabilmente avranno un impatto sulle condizioni di vita delle popolazioni dell’intero bacino, in termini di sicurezza ambientale ma anche in termini socio-economici, innescando possibili carestie, migrazioni e conflitti.

Lo studio valuta infine la fattibilità di risposte politiche alternative alle sfide che la regione deve affrontare e fornisce raccomandazioni informate e basate su dati concreti che potrebbero aiutare i diversi stakeholder ad agire. In questi termini, le principali priorità identificate attraverso l’indagine comprendono il miglioramento della salute pubblica attraverso l’educazione alla salute nelle scuole; l’interruzione dell’uso di antibiotici di routine negli animali sani per promuovere la crescita e prevenire le malattie infettive, come prescritto dall’OMS; la promozione di opportunità di lavoro per i giovani delle aree rurali; il coinvolgimento degli agricoltori nell’uso di nuove tecnologie in agricoltura per aumentarne l’efficienza; il superamento dei gap di innovazione tecnologica e manageriale attraverso una maggiore collaborazione del settore con la comunità della ricerca.

Per maggiori informazioni:

Antonelli M., L. Basile, F. Gagliardi, P. Isernia, The future of the Mediterranean agri-food systems: Trends and perspectives from a Delphi survey, Land Use Policy, Volume 120, 2022, 106263, ISSN 0264-8377, https://doi.org/10.1016/j.landusepol.2022.106263.

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