Cina e India, sfide e opportunità per due protagonisti nelle negoziazioni internazionali sul clima

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Il workshop internazionale Reconciling Domestic Energy Needs and Global Climate Policy: Challenges and Opportunities for China and India – organizzato da CMCC, ICCG and FEEM – si è svolto il 15 marzo 2010 nel Palazzo Querini Stampalia a Venezia, va sottolineato come un evento speciale in cui esperti mondiali di energia e politiche climatiche in Cina e in India hanno discusso sul ruolo attico di questi due Paesi nello scenario politico globale su tematiche connesse al clima.
La prima sessione di presentazioni ha utilizzato modelli globali e regionali per  introdurre scenari futuri di entrambi i Paesi in ambito energetico, economico e delle emissioni; in un’altra sessione si è invece occupata di definire politiche climatiche interne di Cina e India e il contesto internazionale dopo Copenhagen.
In particolare, modelli di scenario presentati durante il workshop sono stati cruciali per identificare le differenti strutture economiche dei due Paesi. Infatti, modelli sono strumenti utili per produrre riferimenti e scenari di mitigazione centrati su punti chiave che sono utili a decisori politici e danno informazioni utili per costruire strategie di intervento. In secondo luogo i modelli possono fornire approfondimenti importanti su come il sistema possa reagire a specifiche politiche sul clima.

Cina e India, due facce della stessa medaglia
Quando si discute di cambiamenti climatici, Cina e India sono sempre accostate come grandi economi emergenti, quindi, attori chiave nelle negoziazioni internazionali sul clima. In effetti sono molti i punti in comune tra questi due Paesi, ma molte e significative sono anche le differenze.
Innanzitutto, le priorità di entrambi riguardano la crescita economica, lo sviluppo e la riduzione della povertà. In secondo luogo, entrambi sono protagonisti di una importante crescita economica che si sta sviluppando negli ultimo decennio e stanno trasformando radicalmente le loro rispettive economie e settori energetici, in maniera particolare perché per entrambi il carbone è ancora la principale fonte di energia.

La Cina è cresciuta, e si suppone che continui a farlo, con un ritmo più veloce dell’India. Il Pil pro capite raggiungerà i livelli medi del resto del mondo nel 2050, mentre l’India rimarrà al di sotto di questa soglia e questa distanza non è destinata a cambiare nel futuro immediato. Collegato al tema della crescita è la quota di emissioni di gas a effetto serra che per la Cina è più elevata dell’India (si può prevedere che nel 2030 le emissioni raggingeranno cifre intorno agli 11 miliardi di tonnellate di CO2 per la Cina, mentre per l’India saranno 3 miliardi di tonnellate di CO2); questo andamento sarà molto simile per le emissioni pro capite che per la Cina raggiungeranno circa 4,5 tonnellate di CO2, circa tre volte le emissioni individuali calcoilate per l’India (guarda la presentazione GHG Scenarios in China and India di Emanuele MASSETTI)

Le somiglianze negli andamenti di crescita di reddito e di emissioni dei due Paesi nasconde profonde differenze nelle dimensioni di questa stessa crescita. Questo può essere spiegato utilizzando diversi elementi chiave come ad esempio le diverse strutture economiche e sociali. Per quanti riguarda i cambiamenti climatici, Cina e India sono già attivamente impegnate per raggiungere obiettivi stabiliti sia per l’efficienza energetica e l’utilizzo di tecnologie per l’energia pulita (come ad esempio la cattura e lo stoccaggio del carbonio). Durante il workshop, esperti dei rispettivi paesi hanno analizzato e sintetizzato le politiche energetiche e climatiche di Cina e india che sintetizziamo qui di seguito.

 

  Domestic Climate Policies and Actions
CHINA   1994: “White Paper on China’s Population, Environment and Development”
– 11th Five-Year Plan (2005-2010) on National Economic and Social Development: 20% target reduction on energy intensity per GDP by 2010
2007: China’s National Climate Change Programme
2008: China’s Policies and Actions for Addressing Climate Change
2009: China’s carbon intensity will decrease by 40%-45% compared to 2005

Other actions:
– Increase forest coverage by 20% by 2010 from 2005 levels & bioengineer low emission, high yield rice
– Over 50 bln Yuan spent in 2008 alone to build up water reservoirs and water efficiency
– Coastal and wildlife preservation plans

Goals achieved:
1. Energy intensity reduction: up to June, 2009, China’s energy intensity per unit of GDP has decreased by 13.1% (the target is 20% by 2010). It is expected that China will be able to reduce CO2 emissions by at least 1.5 billion tons during the 11th Five-Year Plan period which runs from 2006~2010;

2. Phase-out of obsolete production capacity: by October 2008, China had closed coal-fired power plants with a total capacity of 34.21 million kw, equivalent to 65 million tons of reduced CO2 emissions.

INDIA  

The National Action Plan on Climate Change (NAPCC) was launched by the Hon’ble Prime Minister of India on 30th June 2008

Eight National Missions form the core of the NAPCCC:

  1. National solar missions (Solar Energy (100 MW PV/yr; 1000 MW Thermal by 2017)
  2. National mission for enhanced energy efficiency (10000 MW saving by 2012)
  3. National mission on sustainable habitat
  4. National water mission ((20% water use efficiency improvement)
  5. National missions for sustaining the Himalayan ecosystem
  6. National mission for a green India (6 Mil. Hectare afforestation; Forest cover from 23 to 33%)
  7. National mission for sustainable agriculture
  8. National mission on strategic knowledge for climate change

2009: 24% reduction in emissions intensity relative to 2005 by 2020

Other actions:
– Energy Efficiency in Industries: Perform, Achieve and Trade Mechanism
– PAT Mechanism – Approach
– Standards & Labeling Program
– Energy Conservation Building Code
– Bachat Lamp Yojna: CDM Based CFL
– Small & Medium Enterprises (SMEs) Programme
– Agricultural & Municipal DSM
– Renewables Electricity Purchase Obligation
– Building Market for Grid Connected Solar Electricity
– Climate related insurance for farmers
– Growing movement among states to make green technology/energy mandatory

Sfide nelle politiche internazionali per il clima
È importante che Cina e India facciano parte di un accordo su impegni rispettivi in tema di riduzione delle emissioni. Senza la loro partecipazione a un simile accordo internazionale è impensabile raggiungere realistici ed efficaci risultati di stabilizzazione della quantità di gas serra nell’atmosfera. Per questo motivo le nazioni ad economia avanzata chiedono a Cina e India di compiere sforzi tangibili e concreti nella direzione dell’abbattimento delle emissioni. Questi due Paesi giocano un ruolo chiave per l’esito delle future negoziazioni non solo perché rappresentano due tra i maggiori emettitori al mondo, ma anche perché tutti gli altri paesi in via di sviluppo seguono le loro decisioni. Un passo nella giusta direzione è stato compiuto durante l’ultima Conferenza delle Parti a Copenhagen dove entrambi i Paesi hanno assunto impegni volontari volti principalmente alla riduzione di intensità energetica (40/45% per la Cina, 20/25% per l’India). In ogni modo è necessario che Cina e India estendano il livello delle loro ambizioni in termini di riduzione delle emissioni puntando sempre più credibili e quantificati obiettivi che riguardano scelte all’interno dei rispettivi Paesi e sistemi energetici ed economici. Questo si può fare cercando il modo per bilanciare il loro diritto alla crescita e la loro crescente responsabilità per crescenti emissioni di gas a effetto serr, soprattutto perché i loro contributo sarà essenziale nel medio e lungo termine più che nel breve periodo. Sfide importanti risiedono pure nel superamento di barriere – come infrastrutture obsolete, mancanza di informazioni comparative sui consumi energetici ed eccesso di burocrazia –    all’implementazione di politiche climatiche di Cina e India.

 

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