Le risposte alla questione energetica corrono su due vie strettamente interconnesse tra di loro. Da una parte sono legate alla ricerca e ai modi con cui le innovazioni riescono a trovare spazio sul mercato, dall’altra richiedono un respiro che non può limitarsi ai confini nazionali, ma deve necessariamente poggiare su collaborazioni internazionali.
“La cooperazione bilaterale tra Italia e Stati Uniti si è arricchita di progetti comuni e certamente, con l’amministrazione Obama, ha una nuova prospettiva per lo sviluppo di tecnologie a basso contenuto di carbonio, per combattere i cambiamenti climatici, ma anche per una maggiore diversificazione delle fonti e delle tecnologie energetiche nel mercato interno degli Stati Uniti e nei mercati globali”.
Con queste parole Corrado Clini, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha aperto il workshop internazionale Leading Low-Carbon Technology in Italy and the United States: Moving Research from the Laboratory to the Market che ha raccolto a Roma lo scorso 26 maggio esperienze di ricercatori e imprenditori italiani e statunitensi sulle innovazioni e i mercati dell’energia a basso contenuto di carbonio.
I negoziati internazionali che condurranno all’incontro di Copenaghen – ha continuato Clini – accelerano sulle vie da percorrere per promuovere e diffondere le tecnologie a basso contenuto di carbonio nelle economia sviluppate e, allo stesso tempo, per fare in modo che la diffusione e la disseminazione di queste tecnologie riguardi i paesi in via di sviluppo e le economie emergenti.
In questa ottica appaiono centrali gli sforzi per facilitare un dialogo internazionale che sappia mettere insieme i temi dei cambiamenti climatici e innovazioni tecnologiche.
“Mi piace ricordare – ha continuato Clini – un esempio di innovazione tecnologica che è stato citato da una recente presentazione del Prof. Chu, attuale Segretario del Dipartimento dell’Energia dell’amministrazione Obama, il quale per illustrare le opzioni tecnologiche che si possono sviluppare per migliorare l’efficienza energetica nel settore dell’housing ha mostrato il SIEEB (Sino Italian Eco–Efficient Building) costruito nell’Università di Tsinghua a Pechino e frutto di una collaborazione tra Italia e Cina”.
Sino Italian Eco–Efficient Building, Tsinghua University – Pechino
È un esempio di come crescono le possibilità di decarbonizzare le nostre economie e le nostre abitudini di vita e di come queste possibilità siano strettamente legate a collaborazioni internazionali.
Altri esempi concreti sono venuti dal workshop attraverso le testimonianze dirette di ricercatori e imprenditori in settori specifici quali, ad esempio, le bioenergie, che sono al centro di un progetto internazionale denominato Global bioenergy partnership che ha l’obiettivo di promuovere un utilizzo innovativo e competitivo sul mercato delle energie derivate da fonti biologiche.
Ricerca e innovazione sono elementi essenziali e indispensabili per la crescita in un settore come quello del trasporto che mai come in questi anni è stato al centro di attenzione da parte dei mercati e delle strategie di riduzione delle emissioni; un tema, questo, di grande attualità in un momento in cui cresce l’attenzione verso le indicazioni sugli standard di consumo e di emissioni degli autoveicoli.
E se esperienze industriali innovative iniziano ad aprire una strada che consenta alle tecnologie fotovoltaiche di utilizzare sostanze alternative al silicio, le discussioni intorno al Carbon Capture and Storage (CCS), la cattura e lo stoccaggio del carbonio, sono tra le più vivaci ne e fanno uno degli settori di ricerca cui va maggiore attenzione perché dai suoi esiti dipende la capacità di produrre energia continuando ad utilizzare carbone, la fonte fossile più diffusa sul pianeta, senza che questo determini un aumento di emissioni di carbonio nell’atmosfera.
Bioenergie, trasporti, fotovoltaico e CCS sono stati al centro di una giornata di discussione che ha portato in primo piano le esperienze di imprese e centri di ricerca che rappresentano una realtà dei rapporti bilaterali tra Italia e Usa nello studio e nelle applicazioni di tecnologie innovative per la produzione di energia pulita.
“Esistono tecnologie già sperimentate che possono dare risposte positive nel medio periodo, altre – ha concluso Corrado Clini – devono essere ancora migliorate, come nel caso del carbon capture and storage, dei biocombustibili di seconda generazione o delle fonti rinnovabili basate prevalentemente sulle nanotecnologie o sull’uso di materiali nuovi per il solare; sappiamo che, da un lato, nei prossimi anni dobbiamo incentivare le tecnologie già disponibili, dall’altro non dobbiamo dimenticare la ricerca in innovazioni che nei prossimi decenni dovranno fornire per la questione energetica la risposta decisiva che oggi non abbiamo”.
Il workshop “Leading Low-Carbon Technology in Italy and the United States: Moving Research from the Laboratory to the Market” è stato organizzato dal Ministero Italiano per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare, dall’Ambasciata Usa in Italia, dall’Istituto del Commercio Estero e dal Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici ed è una iniziativa che si inserisce nell’ambito della cooperazione bilaterale tra Stati Uniti ed Italia per la promozione della ricerca e delle nuove tecnologie per combattere i cambiamenti climatici e della Partnership for Growth, l’iniziativa dell’Ambasciata USA volta a promuovere in Italia una crescita economica basata sull’innovazione.