Commissione europea: controlli di qualità per i CDM

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Mentre l’Executive Board del Clean Development Mechanism (CDM) continua la sua indagine su alcuni produttori di gas, che potrebbero aver ottenuto dei crediti immeritati attraverso la distruzione del potente gas ad effetto serra HFC-23, il commissario Europeo Hedegaard, incaricata dell’Azione per il Clima, ha annunciato che per la terza fase del sistema ETS comunitario verrà avanzata la proposta di aumentare gli standard di qualità per l’uso dei crediti di emissione da parte di determinate attività.
Questa mossa è seguita ad un esame dell’integrità ambientale del settore industriale di produzione di gas e a numerose richieste di chiarimento, tra cui quella dell’International Emission Trading Association (IETA), che aveva inviato una lettera alla Commissione Europea all’inizio di questo settimana. IETA chiedeva alla Commissione di dettagliare la quantità di CDM supplementari che verrebbe emessa nel caso in cui l’Unione decidesse per il target più severo – una riduzione del 30 per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020. In particolare, IETA suggeriva che solo la metà degli oneri aggiuntivi potesse essere coperta da tali crediti. Secondo l’obiettivo attuale, circa 1.7 milioni di crediti CDM saranno utilizzati dalle società europee tra il 2008 e il 2020. In seguito all’annuncio di Hedegaard, il mercato del carbonio e le associazioni degli investitori hanno chiesto che l’Unione Europea definisca regole precise per le attività rientranti nel sistema CDM.

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