I cambiamenti nelle politiche energetiche che ostacolano gli investimenti

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Secondo una ricerca lanciata questa settimana dall’ Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC) il futuro degli investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio e in fonti energetiche rinnovabili potrebbe essere messo in discussione a causa dei cambiamenti avvenuti nelle politiche di alcuni stati dell’Unione europea.
La ricerca presenta i risultati di un sondaggio preparato da Norton Rose con lo scopo di esaminare l’irruzione degli incentivi del settore privato nelle politiche climatiche ed energetiche dell’Unione.
La conclusione della ricerca non sorprende: è necessario un quadro istituzionale stabile a lungo termine per la definizione degli incentivi sugli investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio. Il 90 per cento degli intervistati ha infatti sostenuto che i cambiamenti nelle politiche energetiche, in assenza di garanzie, sono di ostacolo agli investimenti nelle energie rinnovabili. Ostacolano i nuovi investimenti anche i problemi di pianificazione e ottenimento dei permessi (55%), di accesso alla rete e alle infrastrutture di rete (45%).
Metà degli intervistati hanno riconosciuto l’importanza di impostare un programma a lungo termine (fino al 2030) per stimolare gli investimenti. Circa il 10 per cento degli intervistati non considera il sistema Europeo di scambio dei permessi un segnale abbastanza forte da sostenere i segnali di prezzo per un tempo sufficientemente lungo da stimolare gli investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio.
Questa ricerca è stata pubblicata sul giornale IIGCC Shifting Private Capital to Low Carbon Investment: An IIGCC position paper on EU climate and energy policy, disponibile al link: http://www.iigcc.org/__data/assets/pdf_file/0016/12247/IIGCC-Position-Paper-on-EU-Climate-and-Energy-Policy.pdf

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