Il clima del Nord Atlantico diventa sempre più prevedibile

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I trend di pressione del Nord Atlantico, fattore chiave alla base del clima invernale dell’Europa e dell’America nord-orientale, sono molto più prevedibili di quanto si pensasse in passato, e questo consentirebbe di mettere a punto sistemi di allerta precoce per sapere in anticipo se gli inverni dei prossimi decenni saranno più probabilmente instabili, caldi e umidi o stabili, freddi e secchi. Approfondimenti e prospettive da uno studio pubblicato sulla rivista Nature, realizzato con il contributo della Fondazione CMCC.

Un team di ricerca internazionale, diretto dal Met Office, ha realizzato una scoperta fondamentale che consente previsioni a lungo termine sui trend di circolazione atmosferica del Nord Atlantico, fattore chiave alla base del clima invernale dell’Europa e dell’America nord-orientale. I ricercatori della Fondazione CMCC Panos Athanasiadis, Alessio Bellucci, Dario Nicolì e Paolo Ruggieri, della Divisione scientifica CSP – Climate Simulation and Prediction, sono tra gli autori che hanno collaborato a questo studio.

Pubblicato sulla rivista Nature, lo studio analizza 6 decenni di dati derivati dai modelli climatici, suggerendo come le variazioni decennali dei trend di pressione atmosferica nel Nord Atlantico (note con il termine di Oscillazione Nord Atlantica) siano altamente predicibili. Ciò consentirebbe di mettere a punto sistemi avanzati di allerta per sapere in anticipo se gli inverni del prossimo decennio saranno più probabilmente instabili, caldi e umidi o stabili, freddi e secchi.

Tuttavia, lo studio ha rivelato che, negli attuali modelli climatici, questo segnale predicibile è molto più debole di quello osservato. Per cui per estrarre tale segnale è necessario ricorrere a ensembles (insiemi) di simulazioni 100 volte più numerose, e ulteriori passaggi aggiuntivi sono necessari per bilanciare l’effetto dei venti e dei gas serra. Il team di ricerca ha mostrato che, tenendo conto di queste lacune, è possibile prevedere con accuratezza il verificarsi in Europa di decenni caratterizzati da inverni estremi.

Dr Doug Smith, primo autore dello studio e a capo del gruppo per la ricerca e lo sviluppo delle previsioni climatiche decennali del Met Office Hadley Centre, ha dichiarato: “Il messaggio di questo studio è duplice: il clima è molto più prevedibile di quanto pensassimo in precedenza, ma è evidente la necessità di migliorare il modo in cui i modelli simulano le variazioni su scala regionale.”

Sistemi di allerta per conoscere in anticipo l’eventualità di inverni dal clima particolarmente rigido sono essenziali per tutti coloro che prendono decisioni di lungo periodo basate su una valutazione dei rischi. Per fare un esempio, migliori previsioni per gli aeroporti possono aiutare a pianificare potenziali interruzioni, informazioni più dettagliate per il settore energetico possono contribuire a mitigare potenziali blackout, mentre previsioni sempre più raffinate e precise per piogge intense e storm surges (azione combinata di vento, pressione atmosferica e onde) possono supportare le agenzie dell’ambiente a pianificare meglio le difese contro le alluvioni, e le compagnie assicurative a valutare le variazioni dei rischi.

Migliorare le simulazioni dei modelli rafforzerà la capacità di risposta, la resilienza e la sicurezza nei confronti degli effetti degli eventi meteorologici estremi e del cambiamento climatico – influenzando le future decisioni della politica per proteggere la vita delle persone, beni e infrastrutture.

Per approfondire:
L’articolo di Nature:
Smith, D.M., Scaife, A.A., Eade, R. et al. North Atlantic climate far more predictable than models implyNature 583, 796–800 (2020). https://doi.org/10.1038/s41586-020-2525-0

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