Il giorno dopo Cancun, sentimenti contrastanti

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La sedicesima Conferenza delle Parti dell’UNFCCC, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, si è ufficialmente conclusa questo fine settimana, sollevando reazioni contrastanti tra i delegati e le persone coinvolte nella politica del cambiamento climatico in tutto il mondo.

Nonostante le basse aspettative, la Conferenza di Cancún è riuscita a fare qualche passo verso la risoluzione delle questioni di fondo in politica internazionale, come discutere il futuro degli impegni di Copenaghen, aumentare la trasparenza nel Monitoring Reporting and Verification (MRV), stabilire un meccanismo di trasferimento tecnologico, affrontare il problema della deforestazione e istituire un fondo verde per il finanziamento a favore del clima.

Con il sostegno di 193 Parti, ignorando le obiezioni della Bolivia, la Conferenza delle Nazioni Unite ha adottato il testo elaborato nel corso della conferenza, che prevede la conferma degli impegni assunti durante la precedente conferenza delle Nazioni Unite a Copenaghen.
La Conferenza ha confermato il futuro ruolo dei meccanismi di mercato, creati nell’ambito del protocollo di Kyoto, che continueranno a rimanere a disposizione delle Parti. Inoltre, d’ora in poi potranno essere autorizzati la cattura e lo stoccaggio della CO2 (Carbon Capture and Storage – CCS) tra i meccanismi di sviluppo pulito (Clean Development Mechanisms – CDM) a condizione che vengano affrontate le questioni delle perdite, responsabilità e impatti ambientali.
Con la conferenza di Cancún è stata concordata una nuova serie di regole, rese volontarie per i Paesi in via di sviluppo, per accrescere la trasparenza del Monitoring Reporting and Verification (MRV).

E’ stato anche affrontato il tema delle foreste tra le azioni di mitigazione nei Paesi in via di sviluppo, che sono stati incoraggiati a intraprendere le seguenti attività: (i) Riduzione delle emissioni da deforestazione; (ii) Riduzione le emissioni da degrado forestale, (iii) Conservazione degli stock di carbonio delle foreste; (iv) Gestione sostenibile delle foreste; (v) Valorizzazione degli stock di carbonio delle foreste. Inoltre, i Paesi dovrebbero elaborare un piano d’azione nazionale, con un sistema di monitoraggio adeguato, così da creare le condizioni per lo sviluppo di un meccanismo REDD globale, anche se i dettagli in merito all’attuazione non sono ancora stati definiti.

Riconoscendo il ruolo cruciale della finanza, la conferenza di Cancún ha previsto la creazione di un Green Climate Fund, come entità di gestione dei meccanismi finanziari della Convenzione (UNFCCC), che mira a raccogliere 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 e che sarà gestito da un board con pari rappresentanza di Paesi sviluppati e in via di sviluppo.
Il testo adottato affronta anche trasferimento tecnologico, capacity building e adattamento, e istituisce un Technology Mechanism per migliorare sviluppo e trasferimento tecnologico a sostegno di azioni di mitigazione ed adattamento.

Nonostante i progressi ottenuti su molti aspetti, la conferenza di Cancún non ha raggiunto un accordo sulle riduzione vincolanti delle emissioni, lasciando liberi i Paesi di presentare i loro nuovi impegni, né detto una parola definitiva sul futuro del processo di Kyoto.
Non è ancora chiaro infatti quale potrebbe essere il futuro dell’architettura di Kyoto, ma alcuni osservatori sostengono che sia già un successo il fatto di non averlo escluso da un futuro accordo sul clima.

Il testo completo delle decisioni prese durante la conferenza di Cancún è disponibile al link http://unfccc.int/2860.php.


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