Il pianeta virtuale. Modelli climatici per studiare il futuro e capire il presente

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Che cos’è il clima, e come si studia oggi. Supercalcolatori, modelli numerici, previsioni, proiezioni e scenari climatici, un pianeta gemello digitale su cui fare esperimenti. Il ruolo della scienza nelle società sempre più interconnesse di oggi. Antonio Navarra, Presidente Fondazione CMCC, al National Geographic Festival delle Scienze.

“Il clima non è una quinta di teatro, non è uno sfondo fisso sul quale noi ci agitiamo. Il clima è, come noi, un attore sul palcoscenico. Quando uno capisce che il clima è una cosa che cambia, e che noi stessi possiamo essere agenti di cambiamento, si accorge improvvisamente che i suoi effetti sono dappertutto.” A raccontare con queste parole che cos’è il clima è Antonio Navarra, Presidente Fondazione CMCC, al National Geographic Festival delle Scienze.

Nel video “Il pianeta virtuale. Modelli climatici per studiare il futuro e capire il presente” Antonio Navarra racconta che cos’è il clima, come viene studiato oggi, anche alla Fondazione CMCC, e come si è passati nel tempo dal considerare il clima una faccenda per oscuri laboratori scientifici a un problema geopolitico di prima grandezza. La responsabilità degli scienziati è grande, devono fornire dati sempre più accurati, tempestivi, e onesti, basati comunque sull’evidenza, cioè sullo stato attuale delle nostre conoscenze.

I modelli climatici di cui disponiamo attualmente hanno ormai un alto grado di affidabilità. Al tempo stesso, la natura caotica dell’atmosfera e dell’oceano ci lascia un margine d’incertezza che spesso può essere rilevante. “Ma l’incertezza più grande”, spiega Antonio Navarra, “riguarda quello che faremo noi. Questa incertezza domina tutte le altre incertezze.”

Soprattutto nel XX secolo gli scienziati hanno rivestito un ruolo importante nella definizione delle politiche e nell’evoluzione della società. Lo straordinario progresso tecnologico a cui abbiamo assistito è dovuto soprattutto al fatto che si sia riusciti a integrare la conoscenza scientifica con l’innovazione e la produzione tecnologica. “L’interconnessione globale della società nel XX secolo ha creato delle società dove i problemi diventano facilmente globali” continua Navarra. “Il clima è stato forse il primo di questi problemi: si tratta infatti di un problema globale, ad alto impatto sociale, con un alto contenuto scientifico. Se vogliamo, la pandemia è il secondo di questi problemi: è a sua volta un problema che si è rapidamente globalizzato, di altissimo impatto sociale ed economico, e con un alto contenuto scientifico.” Di fronte a queste sfide, Navarra conclude: “il ruolo dello scienziato è quello di un delicato custode dell’evidenza dei fatti”, per poter mantenere la possibilità di fare riflessioni e considerazioni basate sui fatti, sull’esperienza, e non su ragionamenti di parte.

Adesso, l’errore più grande sarebbe soprattutto quello di credere che i giochi siano fatti, che più nulla ci sia da fare. Mentre invece dobbiamo “chiudere la catena”, quella che dalle informazioni produce comprensione, che genera decisioni, che a loro volta si traducono in azioni. Dobbiamo evitare di perdere un patrimonio prezioso di conoscenze, mentre il presente ci aggredisce.

 

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