Sabato 5 Marzo 2011, durante l’apertura del National’s People Congress, il presidente cinese Wen Jiabao ha annunciato i dettagli del 12 ° piano quinquennale per il periodo 2011-2015, che comprende gli obiettivi climatici e energetici, come uno dei cinque punti chiave del piano. Oltre a limitare la crescita economica annuale al 7 per cento nei prossimi cinque anni, il governo cinese mira a ridurre il consumo di energia e le emissioni di anidride carbonica rispettivamente del 16 per cento e del 17 per cento, rispetto ai livelli del 2010 [1].
Nel voler ridurre entro il 2020 l’intensità di carbonio al 40-45 per cento rispetto ai livelli del 2005, la Cina ha già introdotto un ambizioso obiettivo a medio termine. Inoltre, la percentuale di combustibili non fossili nel mix energetico Cinese dovrà passare dal 8,3 al 11,4 per cento nel 2015.
L’uso di meccanismi di mercato per raggiungere gli obiettivi citati è stato esplicitamente indicato nella proposta di piano di lavoro della National Development and Reform Commission (NDRC), anche se la proposta ha semplicemente precisato che “programmi pilota di sistema cap-and-trade per il controllo complessivo dei consumi energetici e lo scambio del risparmio energetico” saranno implementati, senza fornire ulteriori dettagli.
Vale tuttavia la pena ricordare che un rigido sistema per il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra – necessario a qualsiasi meccanismo di cap-and-trade per essere credibile e fattibile – non è stata ancora attuato. La provincia del Guangdong, una delle province cinesi con l’intenzione di sviluppare un sistema cap-and-trade, dovrà sottostare agli obiettivi di intensità energetica più stringenti per soddisfare i target nazionali introdotti [2].
In realtà, insieme a Shanghai, Jiangsu, Zhejiang e Tianjin, la provincia industriale di Guangdong dovrà migliorare del 18 per cento la propria intensità energetica entro il 2015. Pechino e la sua provincia dovrebbero invece raggiungere l’obiettivo del 17 per cento, mentre le regioni più povere come il Tibet, Qinghai e Xinjiang, e l’isola di Hainan dovrebbero ciascune essere associate ad un obiettivo del 10 per cento di miglioramento dell’efficienza dell’intensità energetica, secondo un progetto di negoziato tra il governo centrale e le province riportato da Pointcarbon che deve ancora essere formalmente approvato.
La Cina sta anche discutendo l’introduzione di un target per l’energia, che potrebbe limitare il suo consumo energetico a 4 miliardi di tonnellate equivalenti di carbone entro il 2015, rispetto al consumo di 3, 25 miliardi di tonnellate del 2010, o riguardare solo il consumo di carbone o la capacità produttiva, piuttosto che il consumo energetico totale. Le due limitazioni potrebbero svolgere un ruolo importante nel sostenere l’aumento delle rinnovabili fino al 11,4 per cento della produzione totale di elettricità nel 2015, in crescita rispetto agli attuali livelli di poco più del 9 per cento. Il National People’s Congress ha inoltre approvato i piani per aggiungere 120 GW di nuova potenza idroelettrica nei prossimi cinque anni, così come 70 GW di nuova energia eolica e 5 GW di energia solare.
Riferimenti:
- [1] Pointcarbon (March 6th, 2011) “China outlines CO2 target, plans energy savings trade”. News section at http://www.pointcarbon.com/news/1.1512805.
- [2] Pointcarbon (March 16th, 2011) “China drafts province-level energy targets”. News section at http://www.pointcarbon.com/news/1.1518293.
International Climate Policy and Carbon Markets
Questa notizia è stata estratta da International Climate Policy and Carbon Markets, una rubrica bimestrale in lingua inglese di analisi sulle evoluzioni del mercato del carbonio e sulle politiche internazionali e locali sul clima. Scarica l’ultimo numero, N. 7 Marzo 2010 [956 Kb].